La stacanovista è perfezionista a rigor del vero.
Pretende da se stessa solo il massimo e anche dopo l'ennesima vittoria è insoddisfatta.
Poteva andare meglio. Poteva fare meglio. Poteva avere più fortuna. Non avrebbe dovuto agitarsi.
Dopo aver sorriso al successo come un Papa davanti un misero frate, cerca la sua immagine su uno specchio o su una vetrina riflettente incontrata in un negozio, per strada. Si ferma e finge di guardare la merce in mostra.
Si scruta in realtà. Ha gli occhi stanchi, ha faticato per riuscire, godendo profondamente del suo sudore.
Si fissa con più disprezzo che compassione.
Se è sola si chiama cretina a voce alta, se è in pubblico fa lo stesso dentro di sé.
Si assenta dal mondo e si crogiola nel suo fallimento interiore, auto-imposto.
Quando il suo successo non è stato pieno, si rimprovera, si mortifica. Sei un'incapace.
Ottenuto il massimo si urla dentro che è stata solo fortuna, che il merito non è certo della sua ridicola prestazione.
La stacanovista è rigida con se stessa e si bacchetta ad ogni passo.
La sua voce interiore la controlla, la ostacola, la schernisce.
Non ha un posto in cui fuggire, invecchia ed è sempre più insicura.
Incompresa. Perché il resto del mondo stupido non la comprende. Al suo posto esulterebbero coloro che la guardano sbalorditi, lontani dai suoi risultati.
Non è una con la gonna, così come l'ha descritta Vecchioni... Lei è quella che devi tenerti tu..
Diventa una donna di mondo se la sua frustrazione non le tappa le ali.
Frustrazione come cemento a presa rapida. Non c'è scampo.