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Donna Tartt e i Suoi Personaggi Illusi da Dioniso

Creato il 30 giugno 2015 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Donna Tartt e i Suoi Personaggi Illusi da Dioniso

Donna Tartt è una scrittrice americana e, per chi non lo sapesse, ha vinto il Premio Pulitzer 2014. Questa autrice ha deciso di intraprendere (non è certo se per scelta personale o perché scrive lentamente) un interessante progetto editoriale, ovvero scrivere un libro ogni dieci anni (a voler essere precisi, l'ultimo arriva però undici anni dopo il precedente). Ne ha infatti editi ancora soltanto tre: il 1992 è stato l'anno di Dio di illusioni, il 2002 de Il piccolo amico e il 2013 de Il cardellino.

Oltre agli anni del travagliato percorso creativo questi libri condividono il massiccio numero di pagine, ragion per cui si consiglia di intraprenderne la lettura in momenti di relax prolungati per poter godere maggiormente della bravura della scrittrice in questione. Sì, perché Donna Tartt è davvero brava. La capacità di riuscire a trascinare il lettore fuori da tempi e spazi quotidiani è una dote non comune a tutti gli scrittori. Dio di illusioni ( The Secret History), il primo romanzo, è stato per anni di difficile reperimento nelle librerie italiane fino alle riedizioni della BUR nel 2003 e nel 2014 (la traduzione è di Idolina Landolfi). Peccato, perché è una di quelle opere che si fa fatica a smettere di leggere nonostante le sue 620 pagine.

La trama è ambientata principalmente in un college del Vermont, dove il protagonista Richard si è trasferito. Un gruppo di cinque giovani dai look e modi disparati attirano la sua attenzione ed egli farà di tutto per entrare nelle loro grazie ma soprattutto nel loro ristretto ed esclusivo "club" guidato da uno stravagante e affascinante professore di greco. I cinque appartengono ad una élite economicamente e culturalmente inarrivabile ma accettano il nuovo arrivato con velato entusiasmo includendolo nelle loro bevute, nelle loro gite e nelle loro contorte disquisizioni. Ma ben presto succede qualcosa che turba l'apparente serenità, una notte un rito dionisiaco non ha gli effetti sperati e le conseguenze stravolgeranno le vite di tutti.

Richard è così, allo stesso tempo, il narratore e lo spettatore di strani rapporti che hanno come denominatore comune la genialità intellettuale e l'agiatezza economica: Henry, i gemelli Camilla e Charles, Bunny e Francis sono gli autori di una fredda malvagità declinata in varie forme e adattata alle loro personalità. Il mondo classico con il suo misterioso fascino fa da sfondo alla voglia del protagonista di entrare a far parte di un gruppo esclusivo, voglia che man mano si trasforma in stupore, poi in terrore alternando stati di lucidità a momenti di caos tra i fumi di alcol e droghe. E la narrazione, seppur perfetta, procede così tra alti e bassi, facendo restare il lettore imbambolato tra le pagine in uno stato adesso di esaltazione, poi di attesa e di ansia. Inutile dire che le citazioni colte e i riferimenti alla letteratura greca e latina pullulano.

Donna Tartt tesse una rete all'interno della quale il denaro e la morale cercano inutilmente di trovare un equilibrio in uno stato perenne di allucinata illusione e realtà, in un contesto in cui i concetti di giusto e sbagliato vengono stravolti in un'ottica di trasgressione e presunta ragione. Non è però, come si può intuire, un libro sull'amicizia, va visto probabilmente come il passaggio dall'abbandono di uno stato di verginità mentale per il turbinio dell'età adulta. Un romanzo dalle mille sfaccettature, assolutamente da leggere.


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