Oggi è il giorno di Pasqua: siamo appena rientrati da due giorni di Courmayeur dove siamo stati invitati per un manifestazione a base di vino e formaggi – come potevo mancare, io missFormaggina e in lizza anche per il titolo di MissWineLover 2015?
Siamo stati ospitati in un hotel molto bello: la stanza era calda, luminosa. Un balcone che dava dritto sulle montagne, se ci fosse stato caldo si sarebbe potuto godere di tramonti rosa alla sera, in prima fila dalla poltroncina nel terrazzo. Tutto di legno e vetrate, linee architettoniche pulite ed essenziali. Una Spa dove ho fatto un massaggio bellissimo, e una piscina riscaldata di ampio respiro. Come cherry on my cake, un lettone super mega giga – l’unico inconveniente era che essendo così giga, ci si perdeva un po’ dentro. Morbido, caldo, mille cuscini, colazioni a letto, e un mega schermo con ogni programma satellitare più goduriosi – da MTV in avanti, come piace a noi: stare svegli fino a tardi ad aspettare che ogni battuta scema di qualche comedy americana venga esaurita.
Una delle cose che amo, quando viaggio, è il comfort della struttura che per quei giorni diventerà casa nostra: mi piace ritrovarmi negli indizi che dissemino in giro, senza troppi pensieri e senza badare più di tanto all’ordine da conservare.Sono viziata, lo ammetto.
Viaggiare è sempre stato parte di me: da piccola mi ricordo che ogni sera prima della partenza era animata da batticuori ed entusiasmi e si faceva fatica a tenermi ferma e buona, dall’emozione che investiva ogni mia cellula.
Crescendo ho usato il viaggio a più scopi: per imparare – quando l’Italia me la sentivo troppo appiccicata addosso.
Per scappare dai miei problemi e da situazioni non facilmente gestibili – dal divorzio dei miei in avanti, quando faticavo a “sentire” una casa come mi casa…sentivo più casa la famosa tu casa. E questo poer me, cresciuta con la famiglia cuore e con un’idea di famiglia ben radicata, mi lasciò abbastanza destabilizzata. Quindi il mettermi in viaggio mi creava degli alibi per non pensare troppo a quello che stava accadendo in torno, alle trasformazioni ed alle necessità alle quali la vita mi chiedeva un adattamento tempestivo.
Infine ho viaggiato per ritrovarmi, dopo storie d’amore finite male, perché io nell’altro mi ci perdo sempre un po’…e mi piace così. Giusto non giusto, quando amo, dono ogni parte di me al 100%. Quando amo, tu hai tutto quello che vuoi da me: il mio corpo, i miei soldi, la mia casa, la mia anima, tutto. – quante rane ho dovuto baciare prima di trovare il mio principe e quanto il mio cuore ha sofferto ad ogni addio, non sono mai stata brava a gestire l’ansia da abbandono né a razionalizzare l’attaccamento. Sono sempre stata una di quelle ragazze che amano troppo, si affezionano troppo, ci tengono troppo, ci fantasticano su troppo…la strada per trovare l’equilibrio è stata lunga, e da quel punto in cui mi immaginavo già sposata con figli dopo il primo semplice bacio, al momento in cui ho capito che un maglione azzurro non fa di un principe un principe azzurro, è stata frastagliata di curve, temporali e valli di lacrime.
Viaggio come catarsi, come eterno movimento verso il miglioramento. Capire se stessi attraverso i moti dell’anima, e andare oltre i propri limiti. Sfidarsi in destinazioni mai pensate, affrontare scarafaggi e ragni da sola – dopo che quanto è vero che mi chiamo Alice, è dall’età di 3 anni che alla vista di uno scarafaggio provo una repulsione mista a terrore difficile da domare – viaggiare viaggiare viaggiare perché ad ogni passo non solo conosciamo meravigliosi estranei che non vedono l’ora di raccontarsi e raccontarci la loro storia, ma impariamo ad amarci, conoscendoci un po’ di più, spostando la visuale dalla piccolezza di quelli che per noi sono guai insormontabili e migliorandoci nel momento in cui decidiamo d affrontarli.
Donne di avventura, donne di pazienza, donne di coraggio. Donne piene di orgoglio per ciò che siamo, ed al tempo stesso fragili, fragilissime, appese a giudizi che non ci rispecchiano, timorose di invidia e alla ricerca assoluta di Amore, perpetuato con gentilezza e modo di fare, che rende il tutto unico e speciale.
Avventura perché questa vita altro non è che un viaggio verso un Destino che vuole abbracciarci, ma nel farlo esige di essere anche un bravo insegnate e pretende di farci imparare piccoli ma fondamentali passaggi che possano rendere questo cammino sempre più gioioso.
Le prossime mete? Non so. Mi piacerebbe l?Islanda, la Malesia, Il Giappone – ancora- l’Australia e la Nuova Zelanda, passando dalla Scozia e con un veloce pit stop a Bali.
Ammetto che sono molto fortunata: il mio compagno di viaggi è il mio compagno di vita, quindi in realtà il dove è sicuramente importante, ma per quel che mi riguarda, ancora più fondamentale è con chi si compie il viaggio.
E amo condividere ogni emozione, ogni scoperta con la persona con la quale condivido la vita e la quotidianità. Questo è il più bel regalo, il viaggio più importante di una vita: poter condividere la strada e il percorso con chi sa tenerti la mano, farti apprezzare il viaggio e mostrarti la meraviglia. Un po’ come in quella famosa canzone di Max Pezzali :”Com’è bello il mondo insieme a te, mi sembra impossibile che tutto ciò che vedo c’è da sempre solo che io non sapevo come fare per guardare ciò che tu mi fa vedere”
Si Ringrazia
Alviero Martini // Special Project per DonnaAvventura
Attila&Co e il suo favoloso team: Chiara, Alexandra e Marina
Lavinia Biancalani e Erika Boldrin
i ragazzi di NSS