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Donne audaci e creative

Da Marypinagiuliaalessiafabiana
Donne audaci e creative

Premetto che questo mio post, sarà un post scritto con il "cuore", un post di quelli che si scrivono con urgenza, nato dal desiderio fortissimo di condivisione di un'esperienza intensa e bellissima e dall'augurio che si diffonda in modo virale, come una malattia, un'epidemia.

Non sono una critica letteraria. Sono una femminista, attivista, una blogger, una volontaria nel campo della violenza contro le donne, una persona che ritiene che solo con una corretta ed adeguata comunicazione ai bambini e ai ragazzi, si possano combattere il sessismo e il patriarcato.

Per questo motivo, tengo moltissimo alla nostra campagna " Libera infanzia" e per questo motivo, ho comprato, stamattina il libro "Cattive ragazze - 15 storie di donne audaci e creative",libro a fumetti, per ragazz* di Assia Petricelli e Sergio Riccardi, edito da Sinnos.

Per quanto perplessa dal titolo di questo libro di fumetti (l'aggettivo "cattive" dona una sorta di giudizio morale negativo alle "ragazze" del libro), ho iniziato a leggerlo e, davvero, scorrendo le pagine, quell'aggettivo del titolo viene immediatamente dimenticato.

Mi piacciono le 15 donne di cui narra in modo semplice e breve la storia. Mi piacciono le parole, i termini usati per raccontare. Mi piace l'assenza di etichette e di giudizi "moraleggianti" sulle virtù delle protagoniste. E' un libro che dice pane al pane e vino al vino, chiaro, schietto.

Le vicende raccontare arrivano dritte al loro scopo: restituire alle donne il loro ruolo nella storia, in tutti i campi.

Si parla di grandi personalità femminili in diversi campi, e così troviamo: le attiviste per i diritti umani, le politiche, le giornaliste, le registe, le attrici, le fotografe, le scienziate, le inventrici, le sportive, le cantanti, le artiste, le soldate.

Molte sono le femministe di cui si parla e sarei veramente lieta che tutti quanti coloro che danno a questo termine una connotazione negativa, leggessero il fumetto. In nessuna storia si legge che queste donne hanno odiato gli uomini. In nessuna si legge che hanno tentato di imporre una presunta supremazia del sesso femminile su quello maschile, anzi. Le donne di cui si parla hanno combattuto le loro battaglie a fianco degli uomini, per se stesse, ma anche per loro, senza mai cercare di prevaricare o ridicolizzare gli appartenenti all'altro sesso, in una ricerca e in un desiderio di rispetto e parità reali.

Cito dall'introduzione di Cecilia D'Elia: "Ci sono stati uomini che non hanno avuto timore di amarle, queste donne libere e per alcuni un po' stravaganti. E probabilmente sono stati uomini felici, perché si sa, se non ne hai paura, la libertà è contagiosa".

Non riporterò in breve le storie del libro, altrimenti toglierei a tutti il piacere di leggerle e scoprirle, ma su alcune cose non posso tacere: è peccato non sottolineare i piccoli, grandissimi dettagli di questo libro.

Nel primo racconto, dedicato a Olympe de Gouges, nel finale, per insultare la donna che sta andando al patibolo condannata a morte, gli autori immaginano che la folla le gridi "Puttana!". Forte. Fortissimo. Ma estremamente utile per sottolineare che, da sempre, l'ingiuria alle donne forti, di cui non si accetta l'autonomia passa dalla valutazione (in negativo) della loro libertà sessuale. Attualissimo.

Nel narrare di Marie Curie, bellissimo che si sottolinei l'impegno della coppia di coniugi Curie, affinché il nobel per la fisica anche a Marie e non solo al marito (un esempio di collaborazione tra i due generi, a smentire l'assunto che vuole che le femministe odino gli uomini, avendo con loro ingaggiato una sorta di "guerra"). Molto utile anche che si sottolinei, nella conclusione che soltanto due scienziati, nella storia dei Nobel hanno vinto due premi, in due differenti campi, e tra questi, Marie Curie.

Il messaggio di Aleksandra Kollontaj: " Non è giusto che una donna rinuncia a se stessa in nome dell'amore che prova per un uomo", dovrebbe essere stampato a caratteri cubitali nella mente di tutt* noi.

Nella vicenda di Alfonsina Morini Strada, si fan parlare i compaesani della ragazza, facendone risaltare, con semplicità, il maschilismo e il moralismo espressi dagli stereotipi che ancora oggi troviamo in troppi discorsi che riguardano le donne. Anche in questo caso, un paragone utilissimo con la nostra attualità italiana, così poco mutata nelle questioni di genere, rispetto agli anni nei quali viveva la ragazza.

Assolutamente di rilievo la storia di Claude Cahun, personaggio stravagante, pseudonimo di Lucy Schwob, lesbica, anticonvenzionale, libera che, nelle sue opere rappresentava una identità femminile mutevole che "non si lascia incasellare".

La storia della "nostra" Franca Viola ci porta sempre a riflettere sulla lentezza con la quale nel nostro Paese i diritti delle donne vengano riconosciuti, non solo socialmente, ma anche per legge. E anche in questa storia, troviamo un linguaggio chiaro e senza fronzoli, lucidissimo che non tace e non nasconde nulla. "[...] Infine la violentò". Quasi brutale, ma, dopo tanti articoli commentati qui, nei quali si usano parole del tutto inappropriate per la violenza sessuale, quel verbo, schiettissimo e durissimo, senza panegirici, schiaffeggia e arriva al punto, condanna.

Hedy Lamarr e la sua storia parlano di autodeterminazione sessuale e di genio femminile e, con un'ironia senza fronzoli, prendono in giro lo stereotipo secondo cui le donne belle sono stupide. E, con pochissime righe, si cancellano anche le valutazioni morali negative che, sempre, vengono date alle belle donne che cambiano molti partner, non "puttana", ma, cito: "Forse è questo che accade alle donne belle e intelligenti. Non incontrano mai uomini alla loro altezza, infatti Hedy cambiò ben sei mariti". Meraviglia! Non lei, puttana che cambia molti partner, ma loro, i partner che non sono alla sua altezza. Ha una potenza quasi rivoluzionaria.

Le altre donne di cui si raccontano, in breve (il ritmo della narrazione è serratissimo, lascia senza fiato, con la voglia di scoprire il finale) le vite sono: Nellie Bly, Elvira Coda Notari, Nawal El Saadawi, Antonia Masanello, Angela Davis, Domitila Barrios de Chungara, Miriam Makeba, Onorina Brambilla.

Concludo qui il mio articolo, con un consiglio. I temi trattati in questo libro a fumetti, esigono nel giovane lettore una certa maturità e una certa consapevolezza. Un dialogo con gli adulti di riferimento e una "guida" nella lettura, se molto giovani.

Pubblico le fotografie delle protagoniste italiane, in Italia abbiamo più che mai bisogno che vengano ricordate e che se ne conoscano la vita e l'esempio. Che si sappia, banalmente, che sono esistite e che hanno fatto la storia.

Alfonsina Morini Strada

Donne audaci e creative
Franca Viola
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Antonia Masanello
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Elvira Coda Notari

Donne audaci e creative

Onorina Brambilla

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