Yoru no onnatachi affronta il dramma della prostituzione nel Giappone del dopoguerra con grande realismo ed estrema autenticità. Il film inaugurerà un filone, poi ripreso in anni più recenti da altri autori con esiti molto buoni, quello dei cosiddetti panpan mono, che descrivevano la vita delle prostitute di strada nei quartieri a luci rosse dei grossi centri urbani. Teatro delle vicende è Osaka, ancora ridotta in macerie dai bombardamenti. I titoli di testa appaiono su una larghissima panoramica a sinistra, ripresa molto dall’alto, sulla città di Osaka, e tale panoramica immediatamente introduce agli occhi dello spettatore l’aspetto di realismo documentaristico del film, e la sua ideale parentela con il neorealismo italiano. Questo film di macerie materiali e morali, di gioventù disperata (“Noi giovani non potremo mai più essere felici”) e rabbiosa, è attraversato ossessivamente dal tema dei figli perduti; anche per questo la potente sequenza finale dell’aggressione a Kimiko e Fusako si svolge sotto l’immagine di una Madonna con Bambino nei resti di una chiesa cristiana bombardata. Tuttavia, dopo che Kimiko e Fusalo sono uscite di scena e che un movimento di macchina nell’allargarsi al totale ha eliminato dall’inquadratura l’immagine della Madonna, rimane solo la visione tragica (quasi un tableau teatrale, e ve ne sono diversi nel film) delle prostitute distese a terra in un paesaggio di macerie.Grande (e spietato), Mizoguchi nel film gioca su un eccellente trittico femminile: Tanaka Kinuyo, la sua attrice-feticcio, come Fusako sviluppa tutta una gamma di tratti della personalità che pur evolvendosi in direzioni opposte si integrano in un quadro coerente; Takasugi Sanae porta un alone di sensualità al personaggio di Natsuko (in seguito l’attrice lavorerà con i principali registi giapponesi, da Ozu a Naruse, da Ichikawa a Kinoshita a Shindo, ma non più con Mizoguchi); infine la giovane Tsumoda Tomie tratteggia molto bene nel ruolo di Kumiko la caratterizzazione generazionale che contraddistingue il personaggio. Purtroppo non si trova notizia di altri film da lei interpretati. (Mizoguchi Kenji. Un'implacabile perfezione, a cura di Cecilia Collaoni e Giorgio Placereani, Udine-Pordenone 2007)
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