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Donne, non viviamo nelle favole

Creato il 02 luglio 2015 da Barbaragiorgi @gattabarbara
DONNE, NON VIVIAMO NELLE FAVOLE

“Susanna e i vecchioni” (particolare) – Artemisia Gentileschi – 1610

Ho letto nel web  – come tutte voi  – la notizia dello stupro della ragazzina di sedici anni, a Roma. Il presunto stupratore sarebbe un militare italiano. Come tutte voi, mi sono sentita invadere dalla rabbia. E dalla tristezza.

http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/15_luglio_01/15enne-stuprata-roma-interrogato-sospettato-ef95594c-1fc9-11e5-a401-e3fdb427a19f.shtml

Ho discusso (anche animatamente) in bacheche di Facebook  sul tema della VIOLENZA DI GENERE non domestica: quella attuata in strada o comunque  fuori  dalle pareti domestiche, ad opera di uomini sconosciuti. Un tipo di stupro meno frequente dello stupro domestico,  ma purtroppo presente, tragico e devastante. Ed è una tipologia di stupro che taglia trasversalmente età, etnia, status della vittima. Può capitare alla sedicenne o alla quarantenne. Può capitare a qualsiasi donna, in qualsiasi momento e luogo più o meno deserto.

Mentre sullo stupro domestico si spendono (giustamente) molte parole, sullo stupro  estraneo al contesto familiare  il problema è spesso ridotto a temi quali: abbigliamento della vittima, luogo, orario. E spesso si conclude il tutto con un bel “se l’è cercata“. Perché fa comodo. A molti uomini fa ripulire la coscienza. A molte  donne fa pensare un rassicurante: “no, a me non capiterà mai.”

Condanno ovviamente tutto questo modo di pensare, ma nei social ho comunque invitato le donne a stare ATTENTE, perché lo  stupratore è sempre in agguato. Molte mi hanno criticato perché “evviva la nostra autodeterminazione, libertà di fare-andare… non puoi dire di stare attente a delle donne libere… non siamo in India”. Certo, evviva. Peccato che lo stupratore non riusciamo a fermarlo con un bel monologo sull’autodeterminazione. Se ci va bene, ma bene davvero, lo fermiamo piuttosto con uno spray urticante o un calcio nei suoi gioielli (santi corsi di autodifesa).

Siamo tutte potenziali PREDE.

SIAMO IN GUERRA DA SECOLI, MILLENNI. E visto che siamo in guerra, dobbiamo TUTELARCI.

Perché:

al di là delle belle iniziative educative e rieducative per i maschi,

al di là dei confronti costruttivi con quei maschi che sono “avanti” culturalmente,

al di là delle parole e parolone sulle pene agli stupratori,

al di là delle buone intenzioni…

esistono e continueranno ad esistere gli STRONZI.  QUELLI CHE STUPRANO. Quelli a cui non gliene frega una mazza (!) di rieducazione, di psicologi, di leggi, di anni di galera e affini. Stuprano. E se li metti in carcere per 20 anni, quando escono riusano il loro arnese per stuprare.

Allora dico e ridico: ATTENTE.

Attente almeno quando è possibile. Tutelatevi. Attente a dove parcheggiate l’auto di notte. Attente ai vicoli bui. Attente a zone della città poco frequentate. Basta un po’ di oscurità. Basta un vicoletto. Basta un parcheggio in pineta. Basta un’area del parco meno in vista. Basta che ci fidiamo. Basta che siamo sole in quel dannato momento anche se cinque minuti prima eravamo in gruppo. Basta un niente. Basta che ci sia lì uno stronzo. E di stronzi ce ne sono tanti.

Non è giusto, è vero.

Non è giusto vivere con delle costrizioni: non siamo nel Medioevo.

Certo, sarebbe bello avvalersi dell’AUTODETERMINAZIONE  e della propria LIBERTA’ DI PENSARE-FARE.

Ma, care mie,  allo stupratore non gliene frega niente se noi ci sentiamo delle WONDER WOMAN. Se “sbandieriamo” la nostra libertà. Se “pretendiamo” la libertà di andare ovunque e di  fare ciò che vogliamo.

In quel momento, per lui, siamo solo PREDE.

Criticatemi pure, ma io devo dirlo: ATTENTE DONNE, NON VIVIAMO NELLE FAVOLE. LO STRONZO E’ OVUNQUE.

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