Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa emesso da Michele Scarponi (Lampre-ISD) in merito alle accuse di collaborazione con il dr. Ferrari e doping avanzate da La Gazzetta dello Sport.
Ancora una volta, invece di affrontare discorsi tecnici sul ciclismo competitivo, quelli principali per cui un atleta va “coperto” mediaticamente, mi trovo a dover affermare alcuni principi per commentare e contestare quanto apparso sulla Gazzetta dello Sport, oggi 19 ottobre, a firma Luigi Perna.
In questo articolo si fa riferimento ad una intercettazione riguardante un mio incontro col Dr. Ferrari; pur non essendo questa la sede opportuna per discuterne, vi sono riferimenti falsi in merito ai quali devo prendere una posizione a tutela della mia immagine e a salvaguardia dell’onorabilità delle aziende che mi affiancano in questo momento.
Apprendere elementi di indagine dalla stampa e non dall’autorità competente è quanto meno scorretto, essendo detta indagine ancora in corso.
La verità è una: nel settembre 2010 ho, di mia iniziativa, svolto un test episodico, in realtà diviso in due parti in due giorni differenti, alla presenza del Dr. Ferrari. La stagione delle gare volgeva al finale, stava terminando il rapporto con il team Androni Giocattoli (stagioni 2008-2009 e 2010) e ancora non avevo iniziato quello con il Team Lampre.
Dopo la successiva firma del contratto con il team Lampre, con effetto dall’1 gennaio 2011, mi sono totalmente affidato alle istruzioni dello Staff interno di questa squadra ed al Centro Mapei per tutto quanto riguarda la preparazione e l’allenamento.
Ho subito una perquisizione in aprile 2011 mentre ero in ritiro in altura sull’ Etna con altri membri della mia squadra e, contemporaneamente, a casa, ricevendo un avviso di garanzia dalla Procura di Padova; ho mostrato i relativi verbali alla mia squadra a testimonianza che nessun farmaco illecito è stato trovato (l’articolo sostieneche in tutte le perquisizioni sono stati rinvenuti farmaci illeciti).
Preciso che non ho mai avuto rapporti né sottoscritto contratti con nessuna società con nome T & F.
Ogni altra affermazione al di fuori di questa realtà oggettiva è da considerarsi falsa e lesiva della mia immagine e dell’immagine della mia squadra attuale, per cui gli eventuali autori se ne assumeranno la responsabilità e saranno chiamati dai miei legali a risponderne in tutte le sedi opportune. I miei legali hanno già preso contatti con la Procura Anti-Doping del Coni per chiarire la mia posizione, come peraltro già stabilito a giugno 2012.
Saluti