Nei giorni scorsi l’illazione, oggi la conferma: c’è anche un ciclista (di cui non sappiamo il nome, ma sappiamo che forse non è il solo) tra gli indagati sospettati di aver fatto ricorso, in Germania, ad un trattamento di autoemotrasfusione e “bombardamento” del sangue con i raggi ultravioletti considerato dopante dai protocolli internazionali.
La pratica sarebbe stata somministrata nel ritiro pre-olimpico di Erfurt, dietro consiglio di un dottore compiacente (che nega, ma è già stato rimosso dalla struttura federale), ad una pattinatrice e – appunto – ad un ciclista.
Confermo – ha dichiarato il Dr. Lars Mortsiefer, membro dell’agenzia antidoping tedesca – che abbiamo cominciato ad indagare su un secondo caso di doping agli ultravioletti e il sospettato è un ciclista; presto apriremo una procedura nei suoi confronti.