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Dopo 40 anni messo a punto un nuovo farmaco contro la tubercolosi: premiato all’European Inventor Award

Creato il 25 giugno 2014 da Antonioriccipv @antonioricci

I farmaci comunemente usati contro la tubercolosi, sono molto datati e forniscono una buona capacità di eliminare il microorganismo.

Dopo 40 anni messo a punto un nuovo farmaco contro la tubercolosi: premiato all’European Inventor Award

Ci troviamo però di fronte a due problemi:

Si inserisce in questo quadro il premio ricevuto in occasione dell’European Inventor Award, organizzato dall’Ufficio europeo dei brevetti (Epo) di Berlino, che ogni anno individua personalità di spicco in ambito economico e scientifico.

La giuria internazionale ha selezionato i vincitori delle sei categorie su quindici finalisti.

L’Oscar dell’innovazione europea per la categoria Industria è andato al francese Jérôme Guillemont e al belga Koen Andries per un nuovo farmaco antitubercolosi.

Commercializzato con il nome Sirturo, il nuovo medicinale è stato approvato a fine 2012 dall’Agenzia statunitense per i medicinali e ha ricevuto a marzo un’autorizzazione temporanea per l’ingresso sul mercato europeo per il trattamento della tubercolosi polmonare multiresistente (Mdr-Tb) negli adulti.

Basato sulla molecola bedaquilina, il farmaco paralizza rapidamente l’approvvigionamento energetico delle cellule della tubercolosi distruggendo i batteri, riducendo in modo efficace la progressione della malattia.

Si tratta del primo rimedio farmacologico contro la Tbc scoperto nell’arco degli ultimi 40 anni.

Si spera che la bedaquilina – che ha dimostrato in fase di studio di essere potenzialmente molto efficace – possa diventare un potente strumento per avviare terapie di cui c’è assoluto bisogno, significativamente più brevi, più efficaci e meno tossiche di quelle attuali.

Oggi la cura contro la TB multi-resistente comporta un calvario di due anni, durante il quale i pazienti sono costretti ad assumere fino a 20 pillole al giorno e subire otto mesi di iniezioni quotidiane, che provocano pesanti effetti collaterali; inoltre, solo un paziente su due guarisce.



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