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dopo ben due bozze

Creato il 19 settembre 2012 da Pesa
Cosa è la pace?
In questo periodo di forte instabilità mondiale sembrerebbe facile rispondere: la pace è quando gli islamici non rompono i coglioni e gli occidentali si lamentano della crisi senza pensare ad altro. Oppure: la pace è volersi tutti quanti bene ed essere tutti fratelli. 
Risposte azzeccatissime, per carità, ognuno è libero di dare la definizione di pace che meglio preferisce, ma leggete un attimo me che faccio un bel copia e incolla dal dizionario della lingua italiana, che definisce la pace come: 
1. Situazione di non belligeranza; rapporti normali, senza tensioni particolari, tra nazioni diverse o all'interno di uno stesso stato; 
2. Condizione di tranquillità spirituale o materiale; assenza di preoccupazioni e fastidi.
Ecco, prendete la seconda definizione. 
Quanti di voi posso dire realmente di attraversare periodi di questo tipo? Quando è stata l'ultima volta che avete abbandonato preoccupazioni e tormenti per stare realmente in pace? Domande difficili alle quali dare risposte, immagino. Il mondo di oggi, troppo frettoloso e frenetico, impedisce di soffermarci a godere realmente di questi momenti, così come non ci consente di ricordarli tutti perché abbiamo la testa satura di impegni, appuntamenti, ordini da portare a termine, esami da sostenere e superare. 
Personalmente posso dire di ricordare perfettamente l'ultima volta che provai tale sensazione, come se fosse successo poche ore va, mentre invece accadde in una calda giornata di metà agosto durante una delle giornate più afose che quest'estate ci abbia regalato: attraversavo una strada non asfaltata tra le campagne dell'Iglesiente quando mi soffermai a guardare un campo d'erba ormai secco. Un'immensa distesa colorata d'oro. 
Nient'altro attorno. 
Solamente altra campagna. 
La casa più vicino stava sì e no a 3 chilometri. 
E piantato al centro di questo campo ci stava un albero, non so che tipo, son negato in botanica e non mi intendo di queste cose, però era lì, fermo, noncurante della mancanza di civiltà o di altre piante. Immobile, da chissà quanti anni, che offriva tenera e rinfrescante ombra a chiunque volesse sostare sotto le sue fronde. Ricordo che per tutto il tragitto percorso dalla macchina rimasi immobile a fissarlo, quasi a bocca aperta, desiderando ardentemente di andare a riposare sotto di esso, e addormentarmi in un sonno lunghissimo, lontano dal mondo e da tutto il resto, proprio come era lui, l'albero, così forte e orgoglioso di star lì senza nessuna preoccupazione. Insomma, in pace.

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