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Dopo Cipro, chi sarà il prossimo? Qualcuno indica il Lussemburgo

Da Metallirari @metallirari
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lussemburgoLe scosse del terremoto finanziario di Cipro hanno scosso la fiducia in tutta Europa. Anche nel tranquillo paese di Lussemburgo cominciano a sorgere alcuni dubbi sul privilegio di essere uno degli ultimi paradisi fiscali nel cuore dell’Europa. 

Secondo il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble, i problemi di Cipro derivano semplicemente da un modello di business sbagliato. Un settore bancario con 47 miliardi di euro di depositi, due volte e mezzo la dimensione della sua economia di 18 miliardi di euro, ha gonfiato una bolla finanziaria fuori controllo.

Ma Cipro non è l’unico stato europeo a vantare dei volumi di depositi bancari superiori al valore economico del paese. Il paese in cima alla classifica della sproporzione tra depositi ed economia nazionale, è il Granducato del Lussemburgo. Questo piccolo paese, confinante con Germania, Francia e Belgio, ha una popolazione di circa 500.000 abitanti ma le sue banche hanno depositi per 227 miliardi di euro, più di 5 volte il PIL dell’intero paese.

Anche Malta, con un PIL di circa 7 miliardi di euro, vanta depositi bancari per 12 miliardi di euro. Così come Paesi Bassi, Spagna, Belgio e Portogallo hanno depositi bancari superiori ai PIL nazionali.

Fino ad ora i clienti giudicavano i depositi bancari come la forma più sicura per i propri risparmi. Ma dopo l’esperienza di Cipro, sono molti gli osservatori che ipotizzano che i governi fortemente indebitati potrebbero rivolgersi ai depositi bancari privati per cercare la soluzione ai loro debiti.

Goldman Sachs, la banca d’investimenti americana, ha calcolato cosa potrebbero fare i governi se mettessero le mani sui conti correnti dei propri cittadini. Dai risultati emerge che, per esempio, la Spagna con una tassa dell’8,5% sul risparmio, potrebbe rastrellare 129 miliardi di euro. In un sol colpo verrebbe ridotto del 15% il debito pubblico dell’intero paese! In Portogallo la stessa tassa permetterebbe al governo di rastrellare quasi 18 miliardi di euro.

Naturalmente imporre una tassa sui conti correnti comporterebbe pericoli significativi come una fuga di capitali o una corsa disordinata agli sportelli bancari. In Grecia, i depositi bancari sono passati da 224 milioni di euro nell’inverno del 2009 a 156 miliardi, un terzo in meno. In particolare, in paesi come la Spagna e l’Italia la paura potrebbe indurre molti cittadini a ritirare i propri risparmi per la paura di essere chiamati a salvare le banche e lo stato, tramite un prelievo di denaro sui conti correnti.

Le agenzie di rating sono in procinto di cambiare i criteri di valutazione dei paesi maggiormente indebitati, focalizzando l’attenzione sui depositi bancari dei singoli istituti. In altre parole considerano probabile che i cittadini, titolari di depositi bancari, saranno chiamati in solido a risanare il debito dello stato a cui appartengono.

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