Titolo: Dopo
Autore: Koethi Zan
Editore: Longanesi
Anno: 2014
Traduzione: Annamaria Biavasco e Valentina Guani
Una prigionia del corpo e della mente, orribili torture, la paura di non farcela.
Ormai sono passati anni dal rapimento, eppure Sarah è ancora schiava della follia di Jack Derber e ossessionata dallo scantinato umido e buio in cui è stata segregata, seviziata e sottoposta a ogni genere di violenza.
Apparentemente si è rifatta una vita, certo, ha un nuovo nome, un lavoro stabile, un bell’appartamento, ma la verità è che i fantasmi di quel periodo continuano a tormentarla, la verità è che non potrà mai perdonarsi di non aver salvato Jennifer…
Adesso poi che quel mostro di Derber potrebbe uscire di prigione, tutto sembra tornare a galla con prepotenza. Impossibile dimenticare davvero, non senza provare a dare un senso a tanta sofferenza.
L’agente McCordy l’ha informata che manca poco all’udienza per il rilascio, solo che né Tracy né Christine intendono collaborare ancora con l’FBI e presentarsi in aula: il dolore è troppo acuto, troppo cocente per essere vissuto di nuovo. Sarah però questa volta è decisa ad affrontare il passato, vuole farlo soprattutto per la sua migliore amica morta tra atroci castighi, e l’unico modo per far marcire Derber in carcere è ottenere l’accusa di omicidio.
Se solo venisse trovato il cadavere di Jennifer…
“Dopo” è un thriller ad alta tensione, ben congegnato e sicuramente eccitante.
Sembra banale a dirsi, ma il ritmo incalzante della narrazione tiene davvero il lettore col fiato sospeso.
La scrittura è essenziale, lo stile da sceneggiatura: niente virtuosismi, nessuna pretesa di eleganza. Koethi Zan mira a incuriosire, coinvolgere, spaventare. E ci riesce, senza scadere nella crudezza facile e nell’orrore a tutti i costi, lasciati in gran parte all’immaginazione individuale. Probabilmente è proprio questo uno dei punti di forza del libro: l’autrice è in grado di creare un clima di ansia in crescendo, senza servirsi di complessi approfondimenti psicologici o lanciarsi in fini descrizioni. Ciò naturalmente va a pieno vantaggio della rapidità del racconto e agevola una lettura veloce che ben si attaglia a un testo che deve prima di tutto conservare alto il livello di attenzione.
Peccato per gli ultimi, raffazzonati capitoli: la sensazione è che l’autrice abbia finito per strafare…
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