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Dopo dice che gli isolani li devi battere per forza

Creato il 17 luglio 2011 da Rightrugby
Dopo dice che gli isolani li devi battere per forzaRobbie Deans ha parlato chiaro, in conferenza stampa, dopo che la sua Australia è uscita sconfitta dal campo di Sydney per mano di Samoa: 32-23 per gli isolani il risultato finale (su RR tumblr il tabellino). "Non siamo stati abbastanza bravi. Loro sono un'ottima combinazione, una squadra selezionata globalmente, una formazione da Coppa del Mondo". Si tratta della prima vittoria in assoluto dei giganti pacifici sui Wallabies che si preparano ad una settimana di duro lavoro e ricovero in vista degli impegni del Tri Nations
Il tecnico sconfitto ha comunque tentato di rassicurare un po' tutti, sottolineando come l'iniezione finale faccia ben sperare per il futuro, peccato solo che sia arrivata troppo tardi. "Non siamo stati efficienti in attacco", ha aggiunto. Mentre gli avversarsi "hanno meritato di vincere". Poche scuse, c'è da rifletterci sopra, insomma. 
Poi ti dicono che gli isolani sono le vittime sacrificali. Dalle nostre parti il commento si rincorre spesso e volentieri: lo scorso novembre, ricordate? L'Italia arrivava dalle sconfitte con Argentina e proprio con i Wallabies, che anche in quel frangente avevano mostrato una certa sterilità offensiva per mano dell'ottima difesa azzurra, ma i critici non avevano posto troppa attenzione sul fatto che gli australi, nel corso del secondo tempo, optarono per i piazzati piuttosto che per la marcatura pesante per chiudere la pratica con la truppa di coach Mallett. C'era da premere il grilletto contro il tecnico sudafricano e così fu, federali compresi.
Una settimana più tardi, da Firenze a Modena. Arrivarono le Fiji e con queste bisognava assolutamente vincere, altrimenti altro che italiane in Celtic e buoni propositi per il futuro. Vincemmo, soffrendo per tutto i primi quaranta minuti, ma a lungo andare prendemmo il largo con il piede di Mirco Bergamasco e la linea del Piave così come la intende Mallett che serrò i ranghi, approfittando del calo fisico degli avversari. 
Un anno prima, Ascoli. Dopo 13 ko di fila, gli Azzurri rialzarono il capo battendo Samoa, toh, per 24-6. Non si giocò bene - e chi se ne frega, dopo tredici batoste di fila l'importante era ritrovare la convinzione che si sapeva vincere. Ed anche quella fu una prima volta, per noi nell'occasione. Ma anche allora, l'occhio critico si soffermò sulla manovra tecnico-tattica degli italiani in campo: match bruttino, gioco sterile, tanti errori. Non va mai bene nulla, nella convinzione che gli isolani siano sempre quelli che "ci mancherebbe che non li battiamo". 
Per eventuali riscontri, chiedere a Deans e per la prova che ogni tanto converrebbe soffermarsi qualche minuto in più nel ragionamento, bussare al Galles

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