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Dopo Giada tocca a Cosima, aspettando Midas

Creato il 08 settembre 2014 da Media Inaf
A sinistra un’immagine del pannello sul quale sono stati raccolti i granelli. A destra lo stato del pannello il 17 agosto quando i ricercatori lo hanno trovato immacolato e sotto il l’immagine del 24 agosto, quando aveva raccolto i granelli che sono evidenziati dall’ombra del led che li illumina. La risoluzione dell’immagine è di 14 micron per pixel. Credit: ESA/Rosetta/MPS for COSIMA Team MPS/CSNSM/UNIBW/TUORLA/IWF/IAS/ESA/ BUW/MPE/LPC2E/LCM/FMI/UTU/LISA/UOFC/vH&S

A sinistra: un’immagine del pannello sul quale sono stati raccolti i granelli. A destra: in alto lo stato del pannello il 17 agosto quando i ricercatori lo hanno trovato immacolato, in basso l’immagine del 24 agosto, quando aveva raccolto i granelli che sono evidenziati dall’ombra del led che li illumina. La risoluzione dell’immagine è di 14 micron per pixel.
Credit: ESA/Rosetta/MPS for COSIMA Team MPS/CSNSM/UNIBW/TUORLA/IWF/IAS/ESA/
BUW/MPE/LPC2E/LCM/FMI/UTU/LISA/UOFC/vH&S

Si chiama COSIMA (Cometary Secondary Ion Mass Analyser) ed è lo strumento a bordo della sonda Rosetta progettato con lo scopo di raccogliere ed analizzare le caratteristiche dei granelli di polvere prodotti dalla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko per cercare di stabilirne la composizione e se siano o meno di base organica. COSIMA lavora “insieme” a GIADA, che ha il compito di misurare il numero, massa, quantità di moto e la distribuzione di velocità di grani stessi e che all’inizio di agosto è stato il primo strumento spaziale ad entrare in contatto con i grani di una cometa.

Il team di ricerca che gestisce COSIMA ha presentato nel corso dell’ European Planetary Science Congress, che si sta svolgendo a Lisbona, un’immagine dei primi granelli raccolti dallo strumento quando la sonda si trovava ad una distanza inferiore ai 100 kilometri dal nucleo della cometa.

Lo strumento è progettato per lavorare analizzando in situ i granelli o i piccoli frammenti – di diametro inferiore al centimetro – di pulviscolo cometario, procedendo innanzitutto ad un’analisi degli stessi al microscopio ottico, quindi analizzandone la composizione con uno spettrometro di massa di ioni secondari. COSIMA è progettata per studiare granelli di polvere che misurino circa 10 micron.

La mattina dell’11 agosto il primo dei 24 pannelli in dotazione a COSIMA e progettati per intercettare il pulviscolo è stato esposto nello spazio. Il team di ricercatori aveva stabilito di lasciarlo esposto per almeno un mese, procedendo a controlli periodici, nella speranza di riuscire a raccogliere qualcosa in questa fase nella quale il basso livello di attività della cometa lasciava pensare che ci si ritrovasse ad operare in una “stanza pulita”, per continuare ad usare questa similitudine.

Il 24 agosto, quando è stato effettuato un controllo sul pannello i ricercatori hanno trovato una serie di grossi granelli provenienti dalla cometa, mentre una settimana prima, con loro grande delusione lo avevano trovato immacolato. Un primo esame ha indicato che lo spessore dei due granelli più grandi intercettati è tra i 50 ed i 70 micron, lo stesso di un capello umano.

Gli scienziati del team COSIMA stanno ora analizzando l’immagine del pannello in modo approfondito per determinare la posizione dei vari granelli raccolti, alcuni dei quali saranno selezionati per ulteriori analisi: il pannello verrà mosso in modo da posizionare ognuno dei granelli selezionati sotto una pistola ionica che sfoglierà i granelli stato per strato. Il materiale sarà quindi analizzato in uno spettrometro di massa di ioni secondari che ne determinerà la composizione.

COSIMA è uno dei tre strumenti in dotazione a Rosetta – insieme a GIADA e MIDAS – progettati per lo studio della polvere cometaria.

Insomma, la prossima volta che spolverate la vostra casa per non pensare alla fatica e rendere più poetico un lavoro così umile immaginate che nello spazio c’è chi insieme a voi raccoglie polvere…di stelle!

 

Fonte: Media INAF | Scritto da Francesca Aloisio


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