I frontalieri italiani che lavorano nel Canton Ticino, definiti sostanzialmente “ratti”.
Il paragone con i topi, tengono a precisare i promotori ancora anonimi, è comunque dei più gentili. Perché i ratti? Il ratto è qualcosa di spregevole. C’è il concetto di “derattizzazione” dietro tutto ciò. (fonte tio.ch)
Ogni tanto qualcuno ti sposta la riga. “Se intend furest tucc chi che ghè nasù sott Canton Ticin”. Speriamo che non si mettano in moto pure gli eschimesi.
continuano ad aumentare. Gli imprenditori svizzeri (i furbetti del cantoncino), anche quelli che probabilmente sono vicini alle varie Leghe che promuovono queste campagne, puntano sugli italiani perché costano meno.
Ci troviamo di fronte all’ennesima intollerabile porcata xenofoba che va denunciata con forza.
Invocare la derattizzazione delle migliaia di lavoratori frontalieri che da anni stanno contribuendo alla ricchezza e allo sviluppo della vicina Svizzera è qualcosa di aberrante.
O forse anche stavolta ce la caviamo con: Allegria è tutto folklore d’osteria. GPS