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Dopo il disastro primarie. Considerazioni sul buco nero in cui è andato ad infilarsi il povero Giachetti

Creato il 07 marzo 2016 da Romafaschifo
Dopo il disastro primarie. Considerazioni sul buco nero in cui è andato ad infilarsi il povero GiachettiChi di "democrazia" ferisce, di democrazia perisce. Chi usa la partecipazione come un'arma contro il prossimo ecco che di partecipazione viene purgato. 
La giornata di ieri è iniziata nel peggiore dei modi. Così come è iniziata la campagna elettorale e così come è iniziata tutta questa brutta, bruttissima storia che va avanti dallo scorso anno e che ha gettato discredito, veleno e fango su una città già discreditata, avvelenata e fangosa.

Una gestione ignobile di una crisi politica nella precedente giunta, l'ombra di affossare un sindaco perché stava mettendo le mani dove non bisognerebbe mai metterle, un commissariamento patetico, dei candidati forzati e poi delle primarie finte. Con il candidato vincitore deciso mesi prima e con gli avversari che prima non arrivano, poi arrivano spintaneamente, ma fasulli, di cartone, financo ridicoli e avvilentemente pietosi o carnascialeschi. Macchiette ciascuno a suo modo. Comprimari scialbi che hanno finito per indebolire, in luogo di rafforzare, il vincitore.

Il tutto ammantato di quella che è, ogni giorno di più e ogni giorno con più danni politici, la caratteristica di questo PD: la spocchia. Fino alla violenza e alla negazione dell'esistente, della verità. E' una forma di debolezza enorme oltre che di povertà intellettuale. Fare finta di niente come postulato esistenziale. Questa la parola d'ordine: fate finta di niente, negate l'evidenza. E la conseguenza è aggressività, nervosismo, prepotenza. Ora, un conto se aggressivo è un blogghetto come il nostro, un conto invece se scioccamente aggressivi sono coloro che amministrano il bene comune e decidono sulla vita delle persone, cioè non stiamo sullo stesso livello no!? E invece ieri mattina, dopo le prime improbabili file di pensionati insonni ai gazebo ci è toccato pure subire gli sfottò: "hai visto che i romani non ti hanno dato retta" ci hanno perculato ignari - o forse consci, ma meglio negare - quale sarebbe stato poi il reale risultato finale. Hanno tuittato come matti per tutta la mattinata postando foto in ogni dove, quasi sempre le stesse, dimostrando che la sobrietà non è la loro tazza di the quando invece ne occorrerebbe moltissima. Poi i tweet si sono diradati, sempre di più, fino al silenzio mentre si andava componendo il risultato finale: i cittadini, come gli avevamo chiesto da giorni e come peraltro era naturale fare, erano rimasti a casa. Non per ignavia o menefreghismo, ma per dare un segnale molto chiaro al loro partito, alla loro area politica.

Ma i cittadini (non la "gente" come dicono loro) non si muovo certo perché danno retta a Roma fa Schifo, danno retta - speriamo - al loro buon senso. E nessuno (salvo poche decine di migliaia di ingenui, collusi, oganici, parenti o complici) vota o partecipa alla vita politica di un partito che affronta Mafia Capitale facendo finta di niente, che affronta Mafia Capitale Due facendo finta di niente, che affronta il golpe d'ottobre su Marino facendo finta di niente, che mette a Commissario un personaggio che è stato parte integrante da sempre dell'organizzazione che dovrebbe commissariare, che porta degli eletti a annullare le preferenze popolari dal notaio e poi fa finta di niente ricandidandoli e riciclandoli tutti. Tutto è uguale nel PD di questi mesi, quello che secondo alcuni è un "nuovo" partito, stesse facce, stesso modo di fare, stesso passo, ma soprattutto stessi discorsi, stessi ragionamenti, stessa impostazione mentale. Nulla è cambiato. E' solo cresciuta la spocchia. Una cosa è cambiata: questa spocchia inizia a stancare tutti.

Insomma l'elettorato è scemo, noi ne siamo sempre stati convinti, ma fino ad un certo punto. E qui si è esagerato. Ma la cosa scandalosa non sono i voti dimezzati rispetto a 3 anni fa: con quel che è stato capace di combinare il PD aver portato decine di migliaia di persone ai gazebo è comunque un miracolo e poi le truppe cammellate para mafiose di cui all'epoca parlarono personaggi come Cristiana Alicata e Marianna Madia magari oggi hanno meno potere e gli occhi più addosso, per cui non si sono presentate. E questo è anche positivo. Lo scandalo è che nessun componente del partito, dal candidato sindaco in giù, abbia detto una parola per rendere rispetto alle decine di migliaia di militanti del partito che sono rimasti a casa scientemente, nessun tentativo di recuperare la loro fiducia, nessuna promessa di cambiare davvero. Leggi i loro status su Facebook e i loro Tweet e esultano per vittoria, ringraziano per la partecipazione, si scappellano per la grande giornata di democrazia. Tutti, loro per primi, sanno perfettamente di essere al cospetto di un gigantesco flop, ma non lo ammetterebbero neppure sotto tortura perché autocritica, verità, trasparenza non sono parti integranti della politica della spocchia e guai a cambiare. Benché questa strategia oltre ad essere profondamente imbecille si è dimostrato che non paghi, la si continua ad applicare. Forse perché è la più facile e la più fit per il livello cerebrale medio del militante e del dirigente: tu nega tutto e ripeti a pappardella quel che ti abbiamo detto e vai tranquillo. E' il PD romano, una delle conformazioni politiche più micidiali che la storia repubblicana abbia concepito. Bugie, solo bugie, neppure all'altezza di dire il numero di persone che sono andate a votare. Tutto è basato sul ricatto e sulla menzogna, come nelle organizzazioni a delinquere.

Sorprende che in questa melma si sia fatto tirare dentro Giachetti. Da decenni lontano dalla capitale e dunque profondamente impreparato, si è fatto convinto che la sua preparazione potesse essere andare ad ascoltare la "ggente" in giro per le "periferie" e così ha fatto. Dimostrando, in occasione di ogni dibattito pubblico (ovviamente rifiutati tutti quelli con Morassut, largamente più aggiornato sulle questioni della città) una impreparazione urticante. Sorprende come una persona per bene, onesta, che con non certo la strada spianata si era costruito una carriera onorabilissima all'interno delle alte istituzioni dello stato abbia accettato di venire a sporcarsi in questa fogna dalla quale se va benissimo uscirai politicamente sporco e impresentabile, se va male politicamente morto e sepolto un po' come tutti gli ultimi sindaci.

Ora Giachetti si deve sorbire, suo malgrado, anche il ruolo di candidato dimezzato. Privo di una reale investitura dalla base e dunque in una condizione ampiamente pericolosa in occasione delle elezioni e del ballottaggio. Ballottaggio che potrebbe diventare una chimera qualora, a seguito dei risultati di ieri, si affiancasse a sinistra un'altra candidatura seria e autorevole (non quella di Fassina, abbiamo detto seria e autorevole!) che potrebbe essere personificata da Massimo Bray. In quel caso Giachetti subirebbe una doppia onta: perderebbe lo scettro di "uomo onesto" della campagna elettorale visto che Bray ha un'immagine in quel senso forte come o più di lui e non arrivare neppure al ballottaggio. Gli hanno consentito di fare tutto questo restando parlamentare (a quest'ora Marino si era già ampiamente dimesso da senatore), ma chissà quanti crediti potrà vantare in futuro Giachetti dopo essersi immolato per la causa in questo modo.

Nei giorni scorsi abbiamo lanciato innumerevoli inviti ai cittadini a non andare a votare: i cittadini hanno fatto quel che gli abbiamo chiesto noi. Non abbiamo certo la presunzione di dire che lo hanno fatto perché l'ordine proveniva da qui, ma sappiamo per certo che lo hanno fatto, quale che sia stato il percorso che li ha condotti a questa grave scelta, per chiedere un radicale cambiamento. 

Roberto Giachetti vorrà continuare in una campagna elettorale "come se nulla fosse" (noi l'abbiamo chiamata Anni Novanta, con la Ileana Argentin, con Athos De Luca, con lo scooter, con Dario Nanni candidato - e abbiamo citato volutamente solo persone per bene) o almeno lui troverà in cuor suo quel briciolo di umiltà per comprendere quanto profondo è il cambiamento che i cittadini si aspettano sotto ogni punto di vista? Secondo noi la corsa in questo senso è già pregiudicata e lo vediamo guardando le candidature nei municipi: se candidi gli stessi presidenti di municipio che hanno vistosamente fallito negli anni 2013-2015 significa che non vuoi cambiare la città, ma solo usarla come piattaforma e banco di prova in vista delle prossime politiche. 
Tuttavia se Giachetti riuscirà a sorprenderci (dal programma alle liste) saremo i primi a sottolinearlo e ad incoraggiarlo. Fino a quel momento sosterremo la assoluta, urgente e impellente necessità tassativa di turarsi il naso non con le mani ma con una morsa da falegname e votare per il Movimento 5 Stelle.

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