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Dopo l'alluvione, proposta ai vertici figc: "regalate" italia - albania ai cittadini genovesi
Creato il 15 ottobre 2014 da Carloca"Regalare" la Nazionale a Genova e ai suoi abitanti, tramite copertura integrale del previsto incasso da parte della Figc. Un dono dei vertici del nostro football per dare un segnale di concreta vicinanza a una popolazione prostrata (ma non vinta) dall'alluvione della settimana scorsa. La proposta è in riferimento a Italia - Albania, l'amichevole che proprio nel capoluogo ligure dovrebbe disputarsi il 18 novembre prossimo e che tante polemiche sta già suscitando. Nel ventunesimo secolo, va detto, la Nazionale italiana di calcio è stata presente a Genova con una discreta continuità, mettendo fine al prolungato e inspiegabile buco nero che caratterizzò l'ultimo scorcio del Novecento. Dopo un'amichevole col Portogallo nel settembre 1980, la Superba dovette attendere ben undici anni per rivedere le maglie azzurre (novembre 1991 con la Norvegia, esordio di Sacchi CT), e addirittura altri dodici ne trascorsero prima di un nuovo ritorno al Luigi Ferraris: avvenne nel 2003, nientemeno, ancora col Portogallo, ancora per un incontro senza punti in palio.
Da allora, la nostra selezione si è vista parecchie volte dalle mie parti: nel 2004 con la Spagna (gara di addio all'azzurro di Roby Baggio), nel 2007 con la Georgia (qualificazioni europee e un 2-0 con firme d'autore dei campioni del mondo Pirlo e Grosso) e nel 2012 con gli Stati Uniti, test match pre Europei a "risarcimento" della gara con la Serbia interrotta nell'autunno 2010 per le intemperanze dei tifosi ospiti (Ivan il terribile, lo ricordate? Fra l'altro codesto personaggio è ricomparso "sulle scene" ieri sera, in occasione dell'indegna gazzarra scoppiata durante Serbia - Albania). PERPLESSITA' - Tutto questo per dire che il trattamento riservato a "Zena" dalla Figc non è stato malvagio, nell'ultimo decennio, eppure la notizia che, quasi sicuramente, la citata amichevole fra il team di Conte e l'Albania si giocherà a Marassi (a meno di strascichi disciplinari nei confronti degli albanesi, dopo quanto accaduto poche ore fa) ha suscitato più di una perplessità, qui in città. Il fatto è che si tratterebbe di un match all'insegna della solidarietà: anche se ancora i dettagli non sono noti, in occasioni simili si usa devolvere l'incasso della partita in beneficenza. Da qui la polemica: ma come, i genovesi, a cui la tragedia ha già richiesto un tributo altissimo, devono pure pagarsi una partita di calcio, per contribuire alla ricostruzione e al recupero di tutto ciò che è stato spazzato via dalla furia delle piogge torrenziali, dei corsi d'acqua esondati, della fanghiglia? Non sarebbe più corretto che, in questa specifica circostanza, gli aiuti giungessero da fuori? GENOVESI FORTEMENTE IMPEGNATI - Beh, dare del tutto torto a chi avanza certi dubbi è difficile. Non che i genovesi in grado di farlo non abbiano il dovere di dare il loro contributo al superamento dell'emergenza, ci mancherebbe: ma a Genova, come è sempre avvenuto anche per tutte le alluvioni del passato, in questi giorni non si sta con le mani in mano: le mani stringono pale, oppure frugano nelle tasche alla ricerca di moneta sonante. La storia è nota: i più giovani, e più in generale coloro che hanno i mezzi fisici e le abilità necessarie, sono impegnati a spalare fango e a rimuovere detriti dalle zone colpite, affiancando con efficacia Protezione Civile ed Esercito; chi non è in grado o non se la sente di operare "manualmente", ha già trovato modo, o di certo lo troverà, di supportare la rinascita genovese fornendo vestiti o generi alimentari, oppure mettendo mani al portafogli. E magari, come già avevo auspicato nel post che ho scritto lunedì a caldo dopo l'alluvione, quest'ultimo gesto si preferisce farlo in maniera "diretta", cioè portando il proprio obolo laddove è possibile sapere con certezza la destinazione dei soldi, guardando in faccia le persone bisognose, toccando con mano la situazione disastrosa degli esercizi commerciali o degli enti culturali che si vanno a sostenere. Molto meglio così (opinione personalissima, ovvio), che investire denaro in iniziative benefiche i cui esiti effettivi non sempre è facile verificare, soprattutto in tempi in cui il cittadino comune, per quanto ben disposto, non può permettersi di gestire con eccessiva disinvoltura i propri risparmi. LA NAZIONALE IN REGALO - E dunque, tornando alla partita, mi permetto, dal mio piccolo e insignificante blog, di lanciare una modesta proposta alla Federazione Italiana Giuoco Calcio: Tavecchio e compagnia, "regalate" Italia - Albania alla città di Genova. Spiego meglio: finanziatela voi, come Federazione, comprate in massa il pacchetto - biglietti disponibile per questa gara, coprite l'incasso coi vostri fondi e poi fate entrare gratuitamente i genovesi (con rigorosi controlli atti a non superare i limiti di capienza, è ovvio), uomini e donne che in questi giorni già tanto hanno dovuto soffrire e ancor di più soffriranno nei mesi e negli anni a venire, quando settimana dopo settimana si paleserà in tutta la sua enormità il disastro economico generato da questa ennesima sciagura idrogeologica in gran parte causata dall'uomo. Sarebbe un beau geste apprezzabilissimo: i zeneisi, come detto, stanno già provvedendo e provvederanno in altro modo. E lo faranno magari anche attraverso il pallone: il genoano Antonini è andato ad aiutare i volontari nei giorni immediatamente successivi al disastro (episodio di cui va salvato il valore di esempio positivo, al di là delle stucchevoli polemiche che l'hanno accompagnato), e i due club cittadini qualcosa organizzeranno, magari in occasione dei prossimi impegni di campionato. Ma la Nazionale come "dono" sarebbe qualcosa di entusiasmante, di indimenticabile. E sono sicuro che eventuali ostacoli burocratici all'iniziativa potrebbero essere facilmente aggirati.
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