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Dopo l’investimento di Elena, parla un soccorritore

Creato il 21 novembre 2014 da Ilnazionale @ilNazionale

madama 121 NOVEMBRE – Le condizioni di Elena Madama, 26enne consigliere comunale di Pavia investita e trascinata da una macchina rubata in centro storico, sono ancora difficili. La ragazza, vittima di un terribile incidente lo scorso 12 novembre, è tuttora ricoverata all’ospedale Niguarda di Milano e i medici definiscono ancora critiche le sue condizioni di salute.

Il dramma di Elena si è consumato in una manciata di secondi quella sera. Uscita da un até lier di abiti da sposa –il matrimonio è fissato per l’anno prossimo- la ragazza è stata investita da un’auto che sfrecciava per il centro guidata da due ladri. Forse i due si apprestavano a compiere una rapina in qualche negozio, di certo, pur avendo compreso di aver investito una passante, non si sono fermati a soccorrerla. Hanno percorso circa 600 metri e poi si sono dileguati lasciando il corpo ferito e agonizzante in una pozza di sangue.

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Nel frattempo, Pavia elogia giustamente i suoi soccorritori. Di uno solo si conosce il nome. Si tratta di Simone Puligheddu, studente di Infermieristica in città. Il 24enne originario di Oliena, era a casa quando ha sentito un urlo in strada ed è sceso trovandosi davanti a una scena raccapricciante. Elena era piena di lividi, ferita, perdeva molto sangue. «Mi sono trovato accanto alla ragazza che era priva di coscienza ma ancora respirava – ha precisato–. Ho urlato di darmi delle garze, per cercare di tamponarle il volto ferito. Ma dopo un attimo lei ha smesso di respirare, e il polso si è fermato». Anziché farsi prendere dal panico, Simone ha allora preso a rianimarla. Non era solo, con lui c’era anche un altro infermiere che tuttavia non ha detto come si chiamasse. Un altro angelo che al momento resta sconosciuto. I due hanno cominciato, rispettivamente, il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca, finché il cuore non è tornato a battere e la ragazza ha sputato il sangue che, in gola, le impediva di respirare. Un’altra passante ha cercato di darsi da fare per trovare un defibrillatore, ma non ce n’è stato bisogno perché è arrivata l’ambulanza.

È rassicurante sapere che, nel panico generale scattato subito dopo l’investimento, la fortuna, il destino, per alcuni forse solo un fortunato caso abbiano fatto trovare sulla strada di Elena due persone competenti a soccorrerla. Ma Simone garantisce che chiunque al suo posto avrebbe fatto lo stesso, avendo almeno qualche minima conoscenza medica. Il giovane è volontario del 118 fin dall’età di 18 anni. L’altro infermiere invece pare presti servizio anche nella Croce Rossa.

Non vuole essere chiamato eroe, Simone. Eppure l’eroismo consiste anche in questo. Nella semplicità di fare il proprio dovere per la sola ragione di farlo, portando un aiuto indispensabile a chi subisce le conseguenze di un atto scellerato di criminalità.

Silvia Dal Maso

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