Appunti di storia contemporanea. Interpretazioni del brigantaggio meridionale
La domanda che pone Franco Molfese ne “Il brigantaggio meridionale dopo l’Unità” (Feltrinelli, Milano 1979) è la seguente: come si è passati dal tripudio popolare dell’ingresso garibaldino a Napoli alle rivolte armate antiunitarie in 10 mesi?Perché tale radicalizzazione?
Deve essere analizzato il fenomeno del Brigantaggio e della sua generazione non soltanto riferendosi alle strutture economiche con le correlate disfunzioni, miseria e mancanze di infrastrutture, ma anche tenendo conto delle componenti politiche.
1)
Crollo irreversibile del Regime Borbonico.
2)
Annessione e unificazione gestita da parte della Destra Moderata.
3)
Crisi come congiunzione di 1) e 2).
La lotta antiborbonica è condotta dalla borghesia liberale, ma è immediatamente egemonizzata dai grandi proprietari terrieri annessionisti.
I contadini passano dalla lotta antiborbonica alla lotta sociale (con i relativi tentativi, e a volte riusciti, di occupazione e collettivizzazione delle terre).
Ma è con la repressione di Nino Bixio che possiamo far iniziare le ostilità anti-unitarie.
Operiamo delle distinzioni:
- Sicilia, Calabria, Basilicata, e parte delle Puglie sono presenti vaste aree di rivolte sociali dei contadini.
- Terra del Lavoro, Sannio, Molise, Irpinia ed Abruzzo: i contadini sono legati ai Borboni.
In questo quadro va inserita l’azione politica di Francesco II: fautore di un attacco frontale sul Volturno per riconquistare Napoli e guerriglia sociale contro i liberali insorti in Abruzzo e nelle zone limitrofe.
L’intervento della monarchia Sabauda va inserita in un complesso di motivazioni storiche e “geopolitiche”: questioni internazionali, sintetizzabili nel timore di interventi degli stati assolutistici e nella sconfessione da parte di Napoleone III; questioni interne che possono essere riferite alla preoccupazione per un pericolo sociale rappresentato dalla dittatura di Garibaldi.
Con lo scioglimento dell’Esercito meridionale inizia una fase di ridefinizione dei poteri politico-militari.
Il Regime luogotenenziale di Farini: una politica fatta di discriminazione contro i democratici e tentativi riusciti di riconciliazione con gli oramai ex borbonici (burocrati, ufficiali dell’Esercito e proprietari terrieri).
La situazione: recessione economica, paralisi del regime luogotenenziale (per conflitti interni) e mancanza di aiuti economici alle aree più disagiate.
Una causa ‘indiretta’: la coscrizione militare obbligatoria in Sicilia (durante la fase acuta del brigantaggio): oltre diecimila renitenze alla leva.
FRANCESCO II e PIO IX uniti nella lotta contro lo Stato liberale.
prima parte