Giovedì 22 agosto, alle ore 17, partirà la prevendita dei
biglietti per i concerti a posto unico numerato di “SETTEMBRE AL BORGO 43 –
Face to Fest 2013”.
I biglietti, che avranno un costo di 15 euro + diritti di
prevendita, potranno essere acquistati presso Ticketteria di Via Gemito 81 a
Caserta, 0823-353336, ed attraverso il circuito www.go2.it. Anche quest’anno è già attivo il servizio
Infoline del Festival, che risponde al numero 3479355623.
E da giovedì avranno inizio anche i sopralluoghi al Teatro della
Torre, per realizzare quello che sarà il “grande anfiteatro”: la prima novità
annunciata dell’edizione numero 43 del Festival. Infatti, come anticipato in
conferenza stampa, una diversa distribuzione delle sedute rispetto al passato
permetterà al pubblico di “abbracciare” l’artista durante la sua esibizione.
Ma a questa innovazione se ne aggiungerà un’altra: l’allestimento di quattro
“corporate lodge” (speciali terrazze riservate a numero chiuso), dalle quali si
potrà assistere ai concerti da una nuova prospettiva, unica ed emozionante. I
“corporate lodge”, esclusivamente dedicati ad aziende, associazioni, enti e
comunità (pensati con servizi di accoglienza personalizzati), offriranno a chi
ne farà richiesta l’occasione per sostenere il Festival con azioni mirate di
collaborazione e partnerariato.
:: GRANDE ATTESA PER IL
CARTELLONE 2013
Dal 7 al 13 settembre, ogni sera alle 20.30, sul palco del Teatro della Torre
saliranno sette stelle del firmamento musicale italiano, ognuna per
interpretare con la propria dimensione musicale il tema artistico della prima
serata di quest’anno, “le voci, il cuore, la parola”.
Ad alzare il simbolico sipario sarà Franco Battiato (7.9):
cantautore e compositore, negli anni Settanta, con la sua musica di ricerca, ha
attraversato le avanguardie europee. Oggi è una delle personalità più
eclettiche del panorama musicale.
Seguirà l’attesa performance di Daniele Silvestri (8.9):
cantautore e musicista, ha alle spalle album di forte impegno sociale ed è
considerato uno degli interpreti più interessanti della sua generazione.
Poi sarà la volta di Malika
Ayane (9.9): cantautrice, con la sua voce inconfondibile, “che sa di spezia
amara e rara”, come ha detto il grande Paolo Conte, è una delle artiste più
apprezzate della scena musicale.
Quindi si esibirà Raphael Gualazzi (10.9): cantautore e pianista,
ha creato uno stile personalissimo, che fonde tradizione e innovazione,
incantando le platee di mezza Europa con il suo amore per il jazz e per il
blues.
Dopo di lui, Max Gazzè (11.9): cantautore, chitarrista e bassista,
si è distinto per aver fuso generi diversi ed aver cercato originali sperimentazioni.
La critica lo accredita tra gli interpreti più raffinati del pop d’autore
contemporaneo.
Poi ci sarà Alex Britti (12.9):
chitarrista e cantautore, ha saputo unire blues, jazz e pop, imbracciando la
sua acustica e dando sfogo alla sua versatilità, tanto da diventare uno degli
artisti più poliedrici nello scenario musicale.
Ed infine Fiorella Mannoia (13.9): cantautrice, capace di
interpretare con innata personalità testi memorabili, dalla metà degli anni
Ottanta è una delle voci più amate della canzone d’autore.
:: PROGRAMMA LE VOCI IL CUORE - TEATRO
DELLA TORRE 20.30
> 15 euro + diritti di prevendita
» SABATO 7 :: FRANCO BATTIATO
» DOMENICA 8 :: DANIELE SILVESTRI
» LUNEDÌ 9 :: MALIKA AYANE
» MARTEDÌ 10 :: RAPHAEL GUALAZZI
» MERCOLEDÌ 11:: MAX GAZZÈ
» GIOVEDì 12 :: ALEX BRITTI
» VENERDì 13 :: FIORELLA MANNOIA
:: PROGRAMMA LA TERRA IL
RACCONTO LE RADICI - PIAZZA VESCOVADO 22.30
> ingresso libero
MALMARITATE voce recitante CHIARA BURATTI CON:
» SABATO 7 ::
LUCA ROSSI
» DOMENICA 8 :: FRANCESCO DI BELLA
» LUNEDÌ 9 :: PINO MARINO
» MARTEDÌ 10 :: ERRIQUEZ
» MERCOLEDÌ 11:: MAURO ERMANNO GIOVANARDI
» GIOVEDì 12 :: PEPPE VOLTARELLI
» VENERDì 13 :: ANTOIN MICHEL
:: IL BORGO
Nelle sue prime visite, tra la fine degli anni ‘50
e ’60, Pier Paolo Pasolini dovette rimanere affascinato dal silenzio di favola,
di cui ancora oggi è pervaso il borgo di Casertavecchia, se decise che quelle
immagini dovevano fare da cornice al suo “Decamerone”.
In effetti la scoperta del Borgo e di quell’effetto quasi magico di tempo
sospeso, che ancora oggi si respira nei vicoli, risale ad alcuni decenni prima,
quando nel 1942 la Soprintendenza di Napoli aveva avviato il restauro della sua
gemma più preziosa, la Cattedrale, ricostruendone la storia, salvandola dal
degrado e ricomponendone con un po’ di spregiudicatezza l’immagine medioevale,
alterata dalle trasformazioni barocche. La ricchezza delle testimonianze
artistiche e la suggestione del sito furono così forti da indurre il Ministero
a sperimentare per la sua salvaguardia uno strumento normativo unico, il
vincolo monumentale che - unico caso in Italia - tutela il Borgo contenuto
nella cinta muraria come un unico oggetto architettonico, per il quale è
riconosciuto l’eccezionale valore architettonico. Anche questo ha contribuito a
preservarlo da inopportuni interventi speculativi, che ne avrebbero compromesso
il fascino. Il Borgo, infatti, conserva tutt’oggi il suo aspetto di castrum
fortificato, così imponente e minaccioso che il nome stesso appare come un
marchio imposto dalla sua particolare posizione geografica: Casa Hirta - così è
riportata nei primi documenti che la citano - e non serve spiegarne il perché.
Ancora oggi l’ottima viabilità non cancella la difficoltà di accesso dalla
pianura, che anticamente era solcata dalle importanti vie consolari, alle prime
propaggini dei monti Tifatini.
Quale migliore posizione per i Longobardi, in fuga dalle città distrutte ed
oggetto di continui attacchi dei saraceni, gli stessi che avevano distrutto,
fra le altre grandi città, perfino Capua. Le caratteristiche del primo
insediamento longobardo non sono note ma, intorno alla metà dell’XI secolo,
quando subentrarono i guerrieri normanni di Aversa, a questo sito strategico i
nuovi signori danno una grande importanza: lo fortificano ulteriormente e ne
fanno un rilevante centro della loro difesa. Casa Hirta viene così impreziosita
di una delle più belle cattedrali del mezzogiorno d’Italia, castelli e palazzi,
testimoni del prestigio e della ricchezza del centro.
La Cattedrale, così come la vediamo oggi, è frutto di una serie di ampliamenti
del primo nucleo degli inizi del XII secolo voluto dal vescovo Rainulfo. Lo
schema è quello sperimentato nella chiesa abbaziale di Montecassino: impianto
basilicale a tre navate, separate da archi su colonne, terminazione con tre
absidi, successivamente ampliato con l’aggiunta di un corpo trasversale
sormontato, in corrispondenza dell’altare centrale, da un tiburio ottagonale.
Proprio questo elemento architettonico segna l’immagine del Borgo così come si
vede dalla pianura ed è rappresentato su tutte le cartoline: una doppia serie
di archi incrociati, che rievocano suggestioni siciliane, e ricchissime tarsie,
realizzate con l’alternanza di pietre di tufo di colore diverso. Un vero e
proprio mosaico in muratura, una tecnica straordinaria ed unica, di cui si
trovano solo poche altre tracce in Campania.
L’interno della Cattedrale, impreziosito da affreschi e da un pulpito a
mosaico, conserva la tracce (collocate nell’area dell’altare) di un ricco
pavimento, anche questo a mosaico, che in origine doveva essere simile a quello
del Duomo di Sessa Aurunca, e sculture, decori architettonici, capitelli,
mensole decorate con motivi di animali e vegetali. La prima campata della
navatella destra ingloba una elegante cappella trecentesca, collocata nel sito
dell’antico accesso al campanile. Quest’ultimo è uno degli altri gioielli del
Borgo: il basamento costituisce un poderoso fornice a cavallo di una delle vie
interne, sul quale si elevano quattro ordini sovrapposti: il primo è segnato
dagli archi intrecciati, i due successivi sono arricchiti da eleganti bifore,
l’ultimo è il più straordinario, ancora un ottagono e, sui quattro prospetti
mediani, altrettanti torrini circolari, che rievocano esempi famosi, come
Amalfi e Gaeta.
Adiacente al transetto della Cattedrale, che per alcuni secoli aveva perfino
inglobato, si erge l’elegante Chiesa dell’Annuziata, fondazione angioina che
affiancava alla natura religiosa gli scopi assistenziali, come la tutela delle
giovani povere, dei trovatelli e dei mendicanti. Una preziosa facciata gotica
con portico si apre all’interno su un’aula rettangolare di chiaro gusto
goticheggiate; anche in questo caso, rilievi architettonici e tracce di
decorazioni a “fresco” impreziosiscono l’apparente povertà dell’ambiente
liturgico. Attraverso pochi vicoli tortuosi, segnati da una edilizia civile,
che presenta all’improvviso vere e proprie perle costituite da portali,
cornici, rilievi architettonici e testimonianze della passata ricchezza, si
arriva al sito del Castello (sede del Teatro della Torre), l’anima della difesa
di Caserta.
Frammenti di fabbriche di diversi periodi storici dall’impianto normanno alle
trasformazioni aragonesi fanno da cornice al poderoso mastio, probabile
documento dell’ampliamento svevo. Agli architetti di Federico II si
attribuisce, infatti, la Torre cosiddetta dei Falchi, animali particolarmente
cari a Federico, che li accettava in omaggio dai suoi feudatari e con essi si
faceva ritrarre. L’imponente torrione circolare domina il Borgo e guarda molto
lontano, segnando il panorama con l’elegante basamento in calcare che, come
nella porta di Roma a Capua, si raccorda con esili pennacchi alla sovrastante
muratura in tufo: la sua inaccessibilità e la sua conformazione lo rendevano
assolutamente inespugnabile ed incutevano rispetto a chiunque si avvicinasse al
presidio.
Tutto ciò non può che indurre ad una visita al Borgo, che richiede almeno una
giornata per gustarne le ricchezze artistiche, la magia delle atmosfere e la
singolare gastronomia, riportando a casa un indimenticabile ricordo di un sito
davvero fuori dal tempo.
Magazine Concerti
Dopo l'anteprima di venerdì 6 con i Lain , sabato 7 settembre 2013 Battiato apre la kermesse di Caserta.
Creato il 22 agosto 2013 da PjazzanetworkPotrebbero interessarti anche :
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