La danese Vestas, leader mondiale nella produzione di turbine eoliche, licenzierà 2335 persone in Europa. La concorrenza asiatica tra le cause
La riduzione del personale, annunciata per il 10% dell’attuale forza lavoro, riguarderà soprattutto le figure amministrative che segue al drastico piano di ristrutturazione già avviato un anno fa e che aveva visto la chiusura di 5 stabilimenti produttivi e il licenziamento di 3000 persone. Ad oggi 2335 sono i posti di lavoro che Vestas taglierà nei prossimi mesi e, se il Governo statunitenese non rinnoverà le sovvenzioni sulla produzione, in scadenza a fine 2012, potrebbe procedere con un ulteriore taglio di 1600 persone anche negli USA.
La ristrutturazione coinvolgerà soprattutto l’Europa e 1740 persone, con il licenziamento di 1300 addetti in Danimarca e 449 in Germania, Italia e Svezia, per arrivare a ridurre le spese di 150 milioni di euro l’anno, dalla fine del 2012.
Vestas in Italia è presente a Taranto dal 1998, con un organico di oltre 700 persone. Oltre a occuparsi del mercato italiano, il Service & Maintenance Centre di Vestas Italia segue i parchi eolici situati nell’ambito di un’area di mercato che comprende vari paesi del nord Africa e sud dei Balcani tra cui Albania, Egitto, Libia, Giordania. A Taranto hanno sede i due stabilimenti produttivi di pale e generatori e il centro di sorveglianza incaricato di monitorare più di 1800 turbine in diversi parchi eolici pari a 1.817 MW di potenza installata.
Tra le conseguenze della crisi, come già per altri comparti produttivi delle rinnovabili, il crollo dei prezzi e l’offensiva asiatica. A peggiorare la situazione anche la difficoltà dell’azienda danese di rinnovare la gamma di prodotti di fronte a colossi cinesi come Sinovel Wind e Xinjiang Goldwind Science & Technology.