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Dopo Sky anche la Rai insorge alle critiche di Franceschini sulla cultura in tv

Creato il 08 maggio 2014 da Digitalsat

Dopo Sky anche la Rai insorge alle critiche di Franceschini sulla cultura in tvL'investimento sul libro non puo' prescindere da un «risarcimento da parte della televisione che in questi anni ha fatto un grande danno alla lettura». e' una questione fondamentale per il ministro ai Beni e alle Attivita' Culturali, Dario Franceschini, che oggi ha inaugurato il Salone del Libro di Torino 2014.

«Tutte le tv, da Rai a Mediaset e Sky, le pubbliche e le private, hanno fatto tanti danni in questi anni alla lettura che adesso devono risarcire. Come? Facendo più trasmissioni che presentino libri, facendo pubblicita' alla lettura. I personaggi della fiction italiana - ha detto il ministro - fanno di tutto, ma non ce n'e' mai uno che abbia un libro in mano e non c'e' mai una libreria inquadrata».

Dichiarazioni che accendono la polemica: la Rai rivendica di «essere editore di libri attraverso Rai Eri», nonche' di promuovere «da sempre la lettura e l'acquisto di libri nelle sue trasmissioni. E tutto cio' in orari di grande ascolto».

Anche il direttore di Rai3, Andrea Vianello sottolinea che e' «uno degli scopi precipui della rete parlare della lettura», mentre Sky che definisce le critiche «quanto meno avventate proprio alla vigilia della seconda stagione di Bookshow, trasmissione che Sky Arte HD dedica al mondo dei libri». Ma il ministro va dritto per la sua strada: «Non ho niente di cui scusarmi, il libro in tv non c'e'. C'e' qualche trasmissione in orari improbabili», dice. E all'annuncio che verranno proposte, tra un convegno e l'altro del Salone, pillole di 20 secondi sul peggio della tv spazzatura,#illibrochenonce, Franceschini chiede «alle tv italiane di mandarle in onda gratuitamente anche se non le ho ancora viste».

La 27esima edizione e' stata inaugurata con il presidente e direttore della manifestazione, Rolando Picchioni ed Ernesto Ferrero, il sindaco di Torino, Piero Fassino e le autorita' locali tra cui il governatore uscente del Piemonte Roberto Cota e il presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta. Assente per indisposizione il Cardinale Gianfranco Ravasi, atteso nei prossimi giorni. Picchioni ha chiesto al ministro che al Salone del Libro «venga finalmente riconosciuto lo status di bene culturale immateriale al pari di un museo, di un palazzo storico o di un sito archeologico».

Per Franceschini «e' una bella idea, ci lavoreremo. Vedremo - ha spiegato - che cosa si puo' fare dal punto di vista legislativo». Mentre Ferrero, ringraziando la madrina Susanna Tamaro, presente in sala, ha sottolineato la buona performance del Salone in controtendenza rispetto alla crisi che lo scorso anno «a fronte di un calo di consumi culturali del 7% e di una sparizione dei lettori, o meglio degli acquirenti di libri, di circa 2 milioni, ha fatto registrare un +7%» ma ha aggiunto «questo non ci puo' bastare perche' qui e' in gioco, non solo un comparto industriale, ma lo stesso destino del paese, la sua capacita' di darsi strumenti con i quali affrontare sfide sempre più complesse».

Prioritario per Franceschini anche l'impegno con le scuole, dalle elementari alle superiori, dove creare «un festival di tre giorni mettendo insieme le energie di tutti per invaderle con gli autori e insegnare a leggere». Ma, come attirare le persone verso la lettura? «Tutto e' diventato più veloce, l'unica cosa che non si puo' rendere più rapida e' la lettura. C'e' spazio per una cosa lenta in un mondo dove tutto e' drammaticamente velocizzato e frenetico? La mia risposta - ha detto il ministro - e' si'. La lettura e' una straordinaria pausa di lentezza e riflessione».

Più che fare proclami e annunci, Franceschini ci ha tenuto a dire che «si impegna a venire a rendere conto» e che vuole «investire molto sul libro e la lettura» in un Paese come il nostro dove il 10% delle famiglie italiane non ha neppure un libro in casa e che si e' «molto concentrato sulla tutela e conservazione, ma ha creduto e investito poco nella cultura e arte contemporanea. E la scrittura - ha detto - e' arte contemporanea». Tra le molte cose da fare, «e le faremo», il ministro ha elencato l'iva del libro digitale «che stiamo lavorando per portare dal 21% al 10%», l'aggiornamento della riforma Levi e l'aiuto ai piccoli editori. Una sfida vera e «se la vinceremo - ha detto il ministro - faremo vincere il Paese».


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