No, non sto per partire per un nuovo viaggio in India ma, dopo qualche mese dal mio ritorno, ho dimenticato la stanchezza, il caldo soffocante, lo snervante suono dei clacson ed ora sarei pronta a tornarci. Ma l’India è così, me lo avevano detto in molti. Ti può stancare moltissimo ma se ti colpisce al cuore, non potrai più scordarla e presto ti mancherà.
Dopo aver raccontato il mio viaggio e le mie emozioni, mi sono ritrovata a riflettere su ciò che ho imparato durante questo lungo mese. Ho osservato con attenzione le persone che mi hanno sempre affascinata per gli occhi profondi, i sari colorati e la calma che esprimevano. Pensavo che nella patria dello yoga tutto fosse rituale e rilassato.
La gestualità, si sa, è diversa in ogni parte del mondo e non sempre è di facile interpretazione. In India, ad esempio, per rispondere di sì, che va bene, scuotono la testa formando una specie di otto che lascia un po’ perplessi, sulle prime.
Quando si rivolge una domanda a qualcuno, inoltre, bisogna formularla in maniera che possa rispondere semplicemente in maniera affermativa o negativa. Per un indiano, infatti, non saper rispondere ad una domanda rappresenta quasi un disonore e, piuttosto che tacere, potrebbe rispondere a caso, magari dando indicazioni errate. Non si tratta di un dispetto, sono semplicemente diverse abitudini culturali.
Se, come ho fatto io, si viaggia in auto con autista è bene imparare subito a non seguire esattamente i consigli di quest’ultimo. Sarà sempre molto gentile ed affabile, perché è sua natura, ma cercherà anche di portarvi negli hotel che preferisce ed in cui può usufruire della camera gratuita per gli autisti. Non sempre è un male ascoltare le sue indicazioni, l’importante è non farsi suggestionare da racconti improbabili.
A volte può capitare di imbattersi in qualche venditore troppo insistente. Partendo dal presupposto che sono lì per guadagnarsi da vivere e che li preferisco di gran lunga a chi pretende l’elemosina, se non si è interessati alla merce non è bene mettersi a discutere con loro, bisogna ignorare le insistenze senza innervosirsi. Sembrano essere pacifici ma vi assicuro che in alcuni casi fanno un po’ paura.
La corrente salta spesso e volentieri e, in più, non è difficile che negli hotel (anche quelli di categoria) le prese non siano funzionanti. Perciò, quando si mette in carica qualche strumento è bene controllare che la batteria stia veramente caricando. Non sarebbe piacevole ritrovarsi con fotocamera scarica davanti al Taj Mahal.
Assaggiate tutto quello che vi attira. Non facendolo perdereste, oltre a molti cibi buoni, la possibilità di conoscere un lato importante di un Paese.
Infine, cedere alla curiosità degli indiani e prendersi il tempo per dialogare con loro. Sono persone gentili e come per noi l’India è un altro mondo, noi per loro siamo diversi ed arriviamo da lontano. Vogliono conoscere noi e le nostre abitudini, spesso scattando molte fotografie che custodiranno come preziosi ricordi di amici lontani.
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