Dossier: sta per scoppiare la crisi spagnola, a rischio la tenuta dell’Euro?

Creato il 06 giugno 2012 da Candidonews @Candidonews

Mentre il 17 giugno la Grecia deciderà il proprio futuro tramite le nuove elezioni politiche, l’Europa ed il mondo intero puntano gli occhi su un altro grande ‘malato’, molto piu grande dei greci. La Spagna. La situazione delle banche iberiche è drammatica ed un loro crollo potrebbe coinvolgere a catena tutta la zona Euro, provocando la fine della moneta unica ed una nuova crisi recessiva globale. Obama teme per la sua rielezione. Merkel non vuole cedere ed allargare i cordoni della borsa.

Il dossier di Giornalettismo sulla crisi spagnola e sulle differenti proposte di Merkel e Rajoy:

La Spagna è la vera minaccia dell’euro. Il sistema creditizio iberico è sull’orlo del collasso, e le stremate finanze pubbliche di Madrid non possono fermare il crollo, che avrebbe un fortissimo effetto domino sull’eurozona. La Germania propone l’intervento del fondo salva euro ESM, ma il governo di Rajoy per ora rifiuta.
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CRISI PROFONDA - La Spagna è il nuovo buco nero dove rischia di precipitare l’intera area euro, ed i destini dei politici legati al ciclo economico dei prossimi mesi, come Barack Obama. Le banche iberiche sono sull’orlo del fallimento, a causa dello scoppio della bolla immobiliare, e la susseguente recessione che ha svalutato asset e fatto fallire numerosi creditori. Bankia è il caso più grave, visto che senza l’intervento pubblico la conglomerata che riunisce le casse di risparmio, tra le quali la Caja Madrid, sarebbe già fallita. Il governo di Mariano Rajoy però non ha la dotazione finanziara per poter sostenere il crollo del proprio sistema creditizio, e per questo c’è una corsa febbrile per una soluzione che possa contenere il probabile contagio all’intera eurozona. L’uscita della Grecia dalla moneta unica rischia di diventare un evento minore in caso di collasso spagnolo, che rimane la quarta economia dell’eurozona nonostante abbia dati già ora drammatici, come un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 50%.

SOLUZIONE MERKEL - Per risolvere la crisi delle sue banche la Spagna deve accettare l’aiuto del fondo salvastati Efsf. E’ quanto chiedono a Madrid, secondo Der Spiegel, Angela Merkel ed il suo ministro delle Finanze, Wolfgang Wolfgang Schäuble(Cdu).
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LA CONTROPROPOSTA DI MADRID - Una nuova autorita’ di bilancio dell’Eurozona che armonizzi le politiche nazionali e gestisca i debiti dell’area. E’ la proposta lanciata dal premier spagnolo, Mariano Rajoy.
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EUROSPACCATURA -Ancora una volta l’Unione Europea si spacca nei momenti di maggiore difficoltà, ed un’eventuale fuga dagli sportelli degli istituti spagnoli assomiglierebbe al suono delle campane a morte per l’intera unione monetaria. La Germania vorrebbe che la Spagna accettasse l’intervento dell’Esm, ma il governo Rajoy non accetta questa soluzione perché significherebbe ammettere il proprio fallimento a soli sei mesi dalla vittoria elettorale. L’arrivo dell’assistenza del fondo salva euro prescrive regole molto severe per gli Stati in difficoltà, che equivalgono ad un sostanziale commissariamento. Madrid segue la linea Draghi ed auspica una maggiore integrazione finanziaria dell’Unione, ma questa proposta, benchè non respinta dal governo Merkel, si scontra con gli interessi del settore creditizio tedesco. La Spagna difficilmente potrà andare avanti per molto tempo con un costo del debito così alto, e l’unica cosa che unisce gli europei in questo momento è la consapevolezza che il crollo della quarta economia dell’area della moneta unica farebbe molte vittime fuori dai confini nazionali.

Da LINKIESTA una analisi ‘spietata’ sulla situazione spagnola:

Per molti analisti è solo questione di tempo.La Spagna, entro la fine dell’anno, entrerà in un programma di monitoraggio come avvenuto per Atene, Dublino e Lisbona. Il più tranchant è Willem Buiter, capo economista di Citigroup, uno dei più autorevoli al mondo, con una lunga esperienza alla Bank of England. In un report dello scorso 28 marzo, senza mezzi termini, ha spiegato come l’abbraccio mortale fra banche e costruttori edili, unito alla situazione debitoria delle pubbliche amministrazioni locali e alle nuove regole di bilancio europee, sta trascinando in fondo all’abisso Madrid.
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Le banche sono il buco nero di Madrid. Secondo Lombard Street Researchle urgenze di ricapitalizzazione per gli istituti di credito sono circa 95 miliardi di euro. Ancora più elevate le stime secondo Citigroup, 140 miliardi di euro. In linea con la casa d’affari londinese è invece Ubs, che parla di 90 miliardi di euro. «Il sistema bancario è in crisi, se non ci fosse stata la Bce non ci sarebbe più stato ossigeno», scrivevano gli analisti della banca elvetica.
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Verso il crollo americano. La bolla immobiliare spagnola simile a quella Usa pre-crisi?
Se il sistema creditizio iberico è così sofferente, le ragioni sono da ricercare soprattutto nel modello di business che hanno tenuto in questi anni. La bolla immobiliare della Spagna, come ha spiegato più volte il Banco de España, non è ancora esplosa. I prezzi delle abitazioni stanno continuando a scendere e per ora non ci sono vie d’uscita. Il General IMIE Index, cioè il principale indice di riferimento del settore immobiliare, è sceso ancora in marzo, segnando un -11,5% su base annua. Ma a stupire sono i dati sui prezzi delle case dal 2007 a oggi, in calo del 28,7 per cento. «Siamo sull’orlo di un collasso generalizzato», dice a Linkiestaun trader di Bankia, una delle prime banche di Spagna. Non c’è da stupirsi. La curva dei prezzi delle unità abitative ricorda infatti quella del mercato statunitense negli anni precedenti al 2007, prima quindi che il settore dei mutui subprime saltasse.
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Il Fondo monetario internazionale continua a ripetere che la Spagna non ha bisogno di aiuti. Ma il sentore è che sia solo un gioco di ruolo. Se Madrid dovesse perdere l’accesso ai mercati obbligazionari, non ci sarebbe altra soluzione. Considerando le sfide che ha di fronte il Tesoro spagnolo e i tassi d’interesse su cui stanno viaggiando i bond iberici su tutta la curva di durata, questa opportunità è sempre meno remota. Del resto, da qui a fine anno la Spagna deve collocare circa 90 miliardi di euro di titoli di Stato, secondo i dati Thomson Reuters Datastream.

Sommando tutte le voci si arriva velocemente a 250 miliardi di euro. Una cifra che però potrebbe non essere sufficiente nel medio-lungo termine. Specie considerando che proprio oggi la Banca dei regolamenti internazionali (Bis) ha ricordato che con l’introduzione delle normative contabili di Basilea III occorreranno nuovi esborsi per le banche mondiali. 485,6 miliardi di euro per le banche con rilevanza internazionale (103) e 32,4 miliardi per quelle minori (109). Nel complesso sono otto le banche spagnole inserite nella ricerca. E sono le stesse, da Bankia a Santander, a essere esposte alla bolla immobiliare iberica. Le stesse che rischiano di portare nell’abisso la Spagna.


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