Titolo: Dov'è finita Audrey?
Autore: Sophie Kinsella
Editore: Mondadori
Collana: Chrysalide
Pagine: 285
Ebook: € 6,99
Cartaceo: € 16,00
Data di pubblicazione: 9 giugno 2015
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TRAMA
Audrey ha quattordici anni e da tempo non esce più di casa. Porta perennemente grandi occhiali scuri, e non certo per fare la diva, ma perché questo è il suo modo per proteggersi dalle persone che la circondano e sfuggire al rapporto con gli altri. A scuola le è successo qualcosa di brutto che l'ha profondamente segnata, e ora Audrey è in terapia per rimettersi da attacchi d'ansia e panico che non le permettono di condurre una vita serena e avere contatti con il mondo esterno. Prigioniera nella propria casa, riesce a guardare negli occhi solo Felix, il fratellino più piccolo. Suo fratello Frank, invece, ha un anno più di lei ed è ossessionato dai videogames e - con grande preoccupazione della madre iperprotettiva e vagamente nevrotica - non si stacca un attimo dal computer e dal suo amico Linus che condivide la sua stessa mania. Quando Audrey incontra Linus per la prima volta, nasce in lei qualcosa di diverso, e piano piano riesce a trovare il modo di comunicargli le sue emozioni e le sue paure. Sarà questa la scintilla che aiuterà non solo lei, ma la sua intera famiglia scombinata. "Dov'è finita Audrey?" è un romanzo caratterizzato da una grande empatia in cui si ride e ci si commuove. Sophie Kinsella riesce ad alternare momenti di puro humour ad altri più seri e teneri con grandissima sensibilità, raccontando il percorso verso la guarigione di una fantastica e coraggiosa ragazzina e parlando al cuore di tutti.
E' da qualche mese che sapevo dell'uscita di questo libro e se da una parte ero curiosa, dall'altra lo temevo un po'. Mi piace la Kinsella ma la brutta esperienza con Fermate gli sposi! (lascio QUI la mia recensione se siete curiosi) mi ha segnato profondamente. Quando Anna della Mondadori mi ha proposto la lettura ci ho pensato su un attimo e alla fine mi sono detta che un'autrice che ho amato tanto meritava un'altra possibilità. E ho fatto bene perché con questo libro Sophie Kinsella non solo si riconferma come autrice ironica e brillante ma affronta anche un genere per lei nuovo, lo young adult, ma in maniera molto particolare.
La storia di Audrey e della sua famiglia conquista subito per i loro rapporti strani e divertenti, per la fissa della madre Anne per il Daily Mail, per la testa tra le nuvole del padre Chris, per la dolcezza con cui il piccolo Felix guarda il mondo e per la testardaggine di Frank a giocare a LOC. Ovviamente però quello che più mi ha colpito è Audrey e la sua situazione. Il libro parla infatti di bullismo a scuola, un tema molto attuale purtroppo, in Inghilterra come in Italia. Audrey è stata infatti la vittima designata di un gruppo di ragazze e in seguito a ciò l'ha colta una profonda depressione, costringendola a rinchiudersi nelle mura domestiche. Audrey teme il mondo, il contatto anche visivo con gli altri, ha paura dei rumori forti, della folla, degli sguardi. Quindi non esce da casa, se qualche estraneo entra lei scappa e si rifugia nel suo nido, vive perennemente con gli occhiali da sole, un modo per schermarsi, per nascondersi. Ciò che mi ha colpito è come la Kinsella ha trattato un argomento così serio e delicato, in maniera ironica leggera. Non l'ha sminuito, lo fa vedere attraverso gli occhi di una ragazzina di 14 anni che sta cercando di riprendere in mano la sua vita e lo propone senza pietismo o imbarazzo. Mostra semplicemente la vera Audrey, le sue paure, il suo cuore che batte furiosamente, il suo cervello lucertola. Inoltre l'autrice in realtà non ci dice cosa è successo ad Audrey. Sappiamo cioè che tre ragazze l'hanno perseguitata a scuola (e non solo) ma non entra nei dettagli di ciò che le hanno fatto, perché non ne ha bisogno. Le paure della ragazza, le reazioni della sua famiglia ai suoi stati ci danno tutta la drammaticità dell'episodio necessaria alla storia senza però esagerare.
Non è un libro triste, proprio no. ha un leggerezza e un'ironia che ti fa entrare in sintonia con Audrey ma anche con i suoi familiari.
La famiglia Turner è strana, folle, pazza, ma anche assolutamente perfetta. Non sono un famiglia patinata, finta, litigano e pure tanto, si insultano, ma sono anche uniti. Audrey è una vera eroina, dolce e simpatica, minata nelle sue sicurezze riesce a coinvolgere il lettore nella sua vita, ad essere simpatica senza farsi commiserare. Non ti viene da dire "povera Audrey", ma tifi comunque per lei, perché riesca a riappropriarsi del suo futuro, perché riesca a togliersi gli occhiali e a entrare da Sturbacks, perché prenda coraggio e faccia un contatto-scarpa con Linus.
L'unico appunto che mi sento di fare riguarda la copertina italiana, veramente brutta!
Per motivi di tempo ho aspettato quasi un giorno a fare questa recensione e mano mano che passava il tempo e mi ritrovavo a pensare a questo libro mi sono ritrovata ad esserne sempre più entusiasta ed ad alzare il voto. Leggetelo, che siate adolescenti o grandi, che andiate a scuola o lavoriate, che siate figli o genitori, entrate nell'anima di Audrey e della sua famiglia, ne rimarrete conquistati!
Voto
La curiositàQuesta volta non è una curiosità, termine affatto adatto dato l'argomento. Visto che il libro della Kinsella racconta la storia di una vittima di bullismo, volevo proporvi qualche dato su questo terribile fenomeno. La fascia di età più colpita è tra i 14 e i 17 anni, con 2 ragazzi/ragazze colpite. Aumentano in maniera esponenziale i casi di bullismo femminile, con 1 vittima su 3 che denuncia la presenza femminile tra gli aggressori. Pochi sono però colore che denunciano i soprusi e chiedono aiuto, 1 vittima su 3 non ne parla con nessuno, chi per vergogna (il 30%) chi per farsi giustizia da soli (il 24 %). Tra chi è testimone di atti di bullismo 1 su 4 non denuncia o interviene, preferendo l'omertà. (fonte: Polizia di Stato, dati di aprile 2015)
Vi consiglio il sito del progetto del Ministero dell'istruzione Smonta il bullo, dove potrete trovare dati, approfondimenti, la normativa e tutti i contatti per avere informazioni e denunciare episodi di bullismo (come vittima o spettatore e anche di bullismo informatico!).
Alla prossima Eliza