Quando capita di toccare l'argomento, tutti i nostri clienti bolognesi, che vivano in città o in provincia, sono concordi su un fatto: Bologna non è più la città che era una volta. A sentir loro, è diventata caotica, sporca, insicura, inaffidabile. Insomma, un posto con tutti i difetti dei grandi centri urbani, dal traffico all'inquinamento, dalla delinquenza al malfunzionamento di ogni servizio. Per lungo tempo Bologna era stata immune da tutto questo ed era descritta come un paesone a misura d'uomo in cui si trovava di tutto, ogni cosa funzionava e ci si divertiva moltissimo. Invece, ora i bolognesi ne parlano come di un caro e affezionato parente che, all'improvviso, sia stato colpito da un accidente o da una malattia divenendo intrattabile, ingestibile e anche parecchio stronzo. Quando in una famiglia accade un fatto del genere, chi se lo può permettere spedisce il parente scomodo in una casa di cura o in una "residenza assistita". Chi invece non può, assume una badante che si occupi di tutte le faccende più fastidiose e imbarazzanti, per non dire disgustose. I bolognesi esasperati potrebbero decidere di trasferirsi altrove ma, com'è facilmente comprensibile, questa è un'alternativa riservata a pochissimi privilegiati ed è paragonabile alla soluzione della "residenza assistita". Chi volesse ricorrere alla badante cosa dovrebbe fare? Assumere qualcuno che vada al lavoro o a fare la spesa mentre loro se ne stanno barricati in casa?
Ho cominciato a fare queste considerazioni dopo aver letto la notizia del neonato morto di stenti in Piazza Maggiore. Il fatto in sè appare di un'assurdità atroce, non solo perchè riguarda un bambino così piccolo e una famiglia italiana ma soprattutto perchè è accaduto a Bologna e io sono più che sicuro che oggi tutti i bolognesi si sono domandati: "che ne è stato di noi e di questa città?" Bologna e l'Emilia-Romagna sono stati per lungo tempo il termine di paragone nelle politiche socio-assistenziali e nell'amministrazione degli enti locali. Da oggi non lo sono più e qualcosa mi suggerisce che nessuno se ne sia sorpreso. Da qualche mese, un commissario straordionario occupa la poltrona del sindaco, proprio come in alcuni di quei paesini arroccati sull'Aspromonte o sdraiati alle falde del Vesuvio o dell'Etna (la stessa sorte, peraltro, è toccata a Cattolica, nella mia provincia). Giudicare senza conoscere tutti i fatti non è mai raccomandabile. Si dice che la situazione di quella famiglia fosse nota alle autorità e ai servizi sociali e che in più di un'occasione siano stati offerti aiuti e assistenza alla madre ma che questa li abbia sempre rifiutati e la legge non consentiva di intervenire in altro modo. Sarà così ma è una versione che non soddisfa e non consola nessuno.
Chi non può ricorrere ad una residenza assistita e nemmeno assumere una badante è costretto ad occuparsi in prima persona del problema. Si è costretti a vedere cose che non si vorrebbero vedere, ci si deve sporcare un pò le mani e mandar giù qualche boccone amaro. Si deve rinunciare ad un bel pò di quel tempo libero che non si era mai davvero capito come impiegare (guardare la tv non vale come risposta) e soprattutto si deve cominciare a convivere con il pensiero della responsabilità di qualcun altro, 24 ore su 24. Non è facile, anzi! Ma si tratta di legàmi: se è una persona a cui abbiamo voluto bene e che ha contato almeno un pò nella nostra vita, non saranno solo scocciature e preoccupazioni. Qualcosa torna indietro e può rivelarsi stranamente gratificante.Sono sicuro che ci sono dei bolognesi che non resteranno indifferenti a ciò che è accaduto e cercheranno di riprendere quel che di buono la loro città ha sempre avuto e che un giorno non troppo lontano ha smarrito. Come tutto questo Paese, in fondo.
Le vacanze degli altri