Ogni giorno ha la sua pena istituzionale. Davvero preoccupante è l'ultima trovata del governo: la fuga dai referendum. Mercoledì si è voluto cancellare quello sul nucleare.
Ora si vuole fare lo stesso con i due quesiti che riguardano la privatizzazione dell'acqua. Le torsioni dell'ordinamento giuridico non finiscono mai, ed hanno sempre la stessa origine. È del tutto evidente la finalità strumentale dell'emendamento approvato dal Senato con il quale si vuole far cadere il referendum sul nucleare.
Ogni giorno si vorrebbe poter dire: questa è l'ultima, più in basso di così non si può andare, ormai abbiamo toccato il fondo, si può cominciare a risalire, invece no, non si sa ancora dove sia il fondo, ancora non si ha idea di quale schifezza e porcheria ci possa propinare la giornata politica, l'azione di questo governo feccia che si mantiene in equilibrio instabile grazie alle anime vendute dei nuovi mercenari, dei "Scilipoti munnizza" per intenderci. E non si vede come reagire a tutto ciò, non ci sono le forze, c'è solo un gran vociare che non si concretizza in azioni forti. Anche di fronte allo scippo dei referendum temo che saremo inermi, al di là dei proclami e della volontà di lotta di qualcuno, manca la forza determinante dell'Opposizione parlamentare, di una forza politica coesa e decisa.L'arcipelago dei comitati civici, delle associazioni, dei movimenti frastagliati è ancora troppo innocuo, e le manifestazioni per quanto partecipate e dure più che scalfire appena la pelle rugosa della bestia non ottengono.