di Cecily P. Flinn
Dov’è il Sole di notte? – è questa la domanda che funge da titolo al nuovo saggio di Roberto Casati, già autore nel 2008 de La scoperta dell’ombra (uno studio che ripercorre la storia dell’astronomia); Casati, che si definisce “orgogliosamente astrofilo” (o, parafrasando il divulgatore scientifico Piergiorgio Odifreddi, “astrofilo impenitente”), lavora all’Institut Nicod dell’Ecole Normale Supérieure di Parigi, ed è direttore di ricerca al CNRS. Alla domanda principale – Di notte il Sole viene a trovarsi da qualche parte sotto l’orizzonte, ma sareste in grado di indicare dove? – se ne inanellano altre, più o meno semplici e più o meno complesse (a seconda del bagaglio culturale o dell’indirizzo di studi specifico). Perché non c’è un’eclisse al mese? Perché non c’è mai la Luna piena a mezzogiorno? Che cosa sono le stagioni? Che cosa sono le fasi lunari? Perché i giorni non durano un anno intero come accade ai Poli? Perché non ci sono un Polo Est e un Polo Ovest? Perché la Terra e la Luna non sembrano girare su se stesse? Perché non ci sono mai eclissi con la Luna nuova?
In qualità di esperto di scienze cognitive, Casati si prefigge in questo saggio di suggerire nuove chiavi di lettura più semplificate della volta celeste e oltre. Per comprendere più agevolmente ciò che si agita sopra le nostre teste e sotto i nostri piedi, spiega Casati, è necessario cambiare “punto di vista” e imparare a guardare da un’ottica diversa. «Questo libro parla di punti di vista insoliti sull’Universo; di come cambiare il punto di vista permetta di capire, addirittura di vedere quello che prima sembrava incomprensibile o era letteralmente invisibile.» Dov’è il Sole di notte? Raccoglie delle lezioni atipiche di astronomia, e si pone come obiettivo la messa a punto di un modello efficace di insegnamento della disciplina. «(…) non basta presentare l’astronomia, i suoi dati, le teorie che li organizzano: bisogna presentarla anche in un formato che sia accessibile al nostro cervello, il quale non è fatto per capirla con la semplice intuizione.». L’ostacolo spesso più insormontabile è quello che Casati definisce “l’altezza del gradino cognitivo”. Per aggirare l’ostacolo vanno adottate strategie parallele: presentare fatti noti da un punto di vista diverso; presentare situazioni astronomiche più semplificate che consentano di ragionare più agevolmente sulle situazioni concrete. È altrettanto importante, spiega Casati, esercitarsi con ragionamenti “controfattuali”, ossia su “come le cose sarebbero potute andare se”.Dov’è il Sole di notte?, riassume Casati «trae forza dal fatto che alcuni fenomeni astronomici cui non si è prestata sufficiente attenzione, se raccontati in un certo modo, hanno la complessità giusta per permetterne l’apprendimento (comprensione, memorizzazione e ragionamento), e che si deve partire da questa complessità per capire l’astronomia.». Le lezioni atipiche di Roberto Casati, in ultima analisi, ci aiutano a comprendere più compiutamente la complessità delle costanti astronomiche attraverso anche le conoscenze che ciascuno sperimenta quotidianamente.
Cecily P. Flinn
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Questo articolo è stato pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 21 – Dicembre 2014.
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