Dov'è l'Idaho? Belli e dannati di Gus Van Sant

Mike e Scott sono bellissimi e maledetti. Sono marchettari, drogati, fanno sesso non per desiderio, neanche per reale bisogno: lo fanno per soldi. Non hanno rapporti con altri uomini che non siano i loro clienti, non avrebbero niente che li distingua da altre marchette.
Ma Mike (River Phoenix), più bello, più conteso, più capriccioso, più disilluso, è narcolettico. Quando meno se lo aspettano i moltissimi uomini e le donne che lo pagano, lo vedono crollare a terra, quando ancora è vestito, quando ancora l'incontro sessuale deve cominciare. E Mike si precipita indietro al suo Idaho (il titolo inglese recita appunto My Own Private Idaho), a una terra solitaria dai colori accesi e lisergici, a sua madre che tanto cerca. Accorre Scott (Keanu Reeves) a prenderlo, a portarlo via, a stenderlo per terra, ad aspettare il suo risveglio. Mike e Scott non si amano, non si desiderano, sono lì e fanno marchette.
Difficile dire di più del singhiozzo di questa narrativa a singhiozzo di Gus Van Sant: immagino già rimproveri e battute, ma non nego di essermi annoiato a vedere Belli e dannati. In alcune scene, poi, mi ha provocato una sincera insofferenza. Il passaggio da una scena all'altro comporta sempre un vuoto, qualcosa da reintegrare: è un film che richiede empatia e senza empatia si sfilaccia in una carrellata di corpi esposti in un erotismo artistico e freddo, molto esplicito sì, però mai volgare, anzi bilanciatissimo nel suo gusto estetico, nella fotografia d'autore, ma a me estraneo.
Bellissimi e maledetti, Mike e Scott non sembrano raccontarmi più di un viaggio senza esito, incontrano personaggi di cui continuo a non sapere (e a non voler sapere) nulla per tutto il film, evitando chiarimenti che il mio modo (tutt'altro che melodico!) di intendere una linea narrativa riteneva necessari. Fatta eccezione per l'evidente firma d'autore - Belli e dannati non è un film banale, è un film ricercatissimo - penso di aver visto un film che ha fatto il suo tempo (per pura coincidenza, è del 1991, come Ombre e nebbia che ho rivisto oggi), e lo lascio volentieri ai nostalgici di quel tempo, di quel mondo.