Dov'e' la salvezza?

Creato il 12 agosto 2014 da Marta Saponaro




Dov'è la salvezza
Una via sull'altra accalcata, la città, è un' anima disperata dove, tra confusione e torpore, tante anime camminano nel grigiore. Volti disarmati cuori isolati, attimi di vita coraggiosa attimi di vita preziosa si rincorrono affannosamente si dimenticano costantemente. Si mischiano e si confondono in un abisso profondo si nascondono. Nei vicoli bui ed angusti, dove trovano riposo pochi uomini giusti, due ragazzi indaffarati portano a compimento i loro peccati. Una nuvola li avvolge un profumo li sconvolge e dove prima c'era bruttura ora esplode una nuova natura di colori sfavillanti, di rumori incessanti di odori stravaganti. Solo un poco durerà poi la cruda realtà, che non concede troppe possibilità, con una stretta forte chiuderà i loro cuori fino alla morte. Pochi di loro sapranno, pochi della loro assenza si accorgeranno. La città disumana li ha afferrati e senza perdono li ha cancellati. Nel parchetto del rione i bambini giocano a pallone, ancora piccoli ed innocenti sognano futuri attraenti. A volte vengono avvicinati da individui affamati della loro giovinezza, della loro bellezza e senza provare alcun rimpianto li avvicinano con falso canto strappandogli dal petto tutto l'amore ed il rispetto. In un altro angolo di periferia una ragazza fugge via con i vestiti insanguinati, gli occhi sbarrati, i capelli scaruffati, i sogni spezzati. Avrà il coraggio e l'ardire di un nuovo proseguire? La città pazza la città che schiamazza non solo sofferenze cela a volte, improvvisamente, svela animi audaci che si rendono capaci di azioni straordinarie di decisioni temerarie. Tutto questo esite in città solo perché è l'uomo che ha perso la sua umanità. Possiamo costruire nuove dimore possiamo abbellire con molto più colore con parchi e con giardini, con simpatici laghetti e piccoli acquitrini dove grossi ranocchi saltellanti e profumati fiori stravaganti allietino la vista facendola sembrare un luogo da rivista. Ma se il nostro cuore non cambiamo, se l'amore non bramiamo, non c'è nulla che si possa fare perché il male riuscirà comunque a trionfare.
Spesso sento dire in giro che se le città, i paesi venissero costruiti più a misura d'uomo le città non sarebbero luoghi ameni e tentacolari, grigi ed inumani. In parte concordo con questo pensiero: se ci si reca, qualsiasi città sia, nella zona periferica e popolare, che sia Milano, Roma, Parigi o Buenos Aires, come sono fatiscenti ed anonimi i caseggiati immersi nella povertà e nelle situazioni più difficili, il cuore si chiude e si incontrano visi tirati stanchi e tristi. Ma credo che se anche in periferia si edificassero bei caseggiati immersi nel verde ma le condizioni di vita quotidiana sono tirate al lumicino, gli individui avrebbero comunque lo stesso sguardo e la delinquenza e la brutalità alla fine emergerebbe comunque. Per questo secondo me sarebbe necessario che nel momento in cui ci si vuole adoperare per migliorare le città del mondo bisogna in primo luogo lavorare sull'uomo stesso, su noi stessi cercando di cambiare il pensiero, lo stile di vita, le priorità. Là dove c'è menefreghismo, individualismo, bramosia della ricchezza non può esserci altro se non bruttura. Iniziamo a rieducare il mondo, iniziamo a ritrovare gli antichi valori che abbiamo voluto relegare dentro a costrutti mentali che alla fine sono divenuti nemici dell'umanità stessa. Continuando ad affermare che il bene, l'altruismo, l'amore sono virtù consigliate e proclamato dalle religioni l'uomo ha alla fine dimenticato, credo per opportunismo, che in realtà queste antiche virtù erano bagaglio umano e così le ha fatte divenire archetipi comandamenti di religioni che con il modo fisico hanno ben poco in comune. Idea sbagliata che ha condotto l'uomo, in genere, ad odiare il suo simile, ad approffittarsene trascinando, così, l'umanità tutta in un profondo scuro che se non cerca di abbandonare sarà la causa della distruzione del genere umano stesso.

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