Dov'è Rick Astley? Il rosso del brano da 150 milioni di visualizzazioni

40 milioni di dischi venduti tra singoli e album.

(Sì, negli anni '80 compravamo ancora Lp di vinile).

E una taglia sulla sua testa.

Diventavo matto - e tuttora se l'ascolto ci ballo sopra - per Never Gonna Give You Up. Andavo al liceo ascoltandola, facevo i compiti ascoltandola, ce l'avevo in testa durante le interrogazioni del 1987.

Praticamente un cult! O un'ossessione. Magnifica ossessione.

Scoperto dai tre Re Mida del pop britannico il cui nome evoca quello di una cassetta di alcolici da regalare sotto Natale - Stock, Aitken e Waterman -, il rosso di Newton a 21 anni è una celebrità fatta videoclip. Secondo mia madre fece persino il cameriere a Madonna e questo gli permise di avere il gancio giusto. Ma per mia madre cameriere e cantante potrebbero essere la stessa cosa, quindi probabilmente era il suo corista.

Fatto sta che, da quel momento, non c'è canale radio o Tv che non trasmetta il suo tormentone.

Whenever You Need Somebody e Hold Me In Your Arms sono le sue prime raccolte uscite, rispettivamente, nel 1987 e nel 1988.

Poi, la formula si inaridisce, le canzoni suonano ripetitive, il tocco magico del trio discografico che lo lanciò esaurisce il suo incantesimo e Rick Astley decide di cambiare.

Nel 1991, irriconoscibile a causa di una ricrescita tricologica inaspettata e fluente come la chioma fulva di un leone, si presenta sul palco con il nuovo album Free e con due splendidi dischi di traino: Cry For Help e In The Name Of Love. Qualcosa però sembra essersi rotto. La magia s'è persa e l'entusiasmo degli esordi si è intiepidito. Capello lungo a parte che fece gridare dallo stupore le mie compagne di classe, Rick si è rinnovato in maniera forse troppo sentimentale.

Nel 1993 la svolta con The Ones You Love, che fa da apripista al quarto album Body And Soul.

Il pezzo è una fantastica ballad sull'incoscienza occidentale di fronte ai problemi alimentari del Terzo Mondo e il sound è notevole.

Seguiranno altre due raccolte di ultimi successi nel 2001 e 2003. Poi stop. Di Rick Astley, il ragazzino che tutti ricordavano per quell'irresistibile pezzo pop che lo fece sfondare nel 1987 con una clip girata niente meno che da Simon West al club tennistico di Londra tra barman che si improvvisano ballerini facendo capriole sul balcone del caffé e coriste rigorosamente "blondies" che si attorcigliano sul palco delle prove durante l'orario di chiusura del locale, non si saprà più nulla.

Il video di Never Gonna Give diventa un fenomeno mediatico a causa del rickrolling, consistente nel postare un link in chat e forum che parla di tutt'altro e che, in realtà, indirizza gli utenti al brano facendogli maturare oltre un centinaio di milioni di visualizzazioni.

I suoi ultimi album non lasciano i confini dell'Inghilterra e l'avversione per gli aerei di certo non faciliterà la carriera.

In realtà Rick Astley canta ancora. Nel 2008 ha ricevuto il "Best Act Ever", riconoscimento agli MTV Europe Music Awards. Dal 2003 è sposato con una ragazza danese, Lena Bausager dalla quale ha avuto una figlia.

E rimarrà la mia magnifica ossessione.