Magazine Bambini
Mercoledì sera, ore 8.45: scatta la voglia di gelato. Luigi è già in pigiama, io inizio a corteggiarlo: "Vuoi il gelato, che gusto, coppa o cono...?". Lui entusiasta accoglie l'idea (non mi delude mai!), quindi esco di casa alla ricerca di una vaschetta di gelato.
Non vado neppure alla gelateria più vicina (Gelateria in Galleria) tanto so già che il mercoledì sera è chiusa. Mi aspetto che la sua diretta concorrente in via XX settembre (Twice) sia aperta, e invece no: chiusa (con che logica poi?).
Risalgo via Sant'Alessandro: Frigidarium sarà pur aperto! E' illuminato, entro, ma vengo ricacciata fuori: "Stiamo solo facendo dei lavori, non serviamo gelato". Chiuso.
Non demordo, come posso tornare a casa senza gelato dopo che ho instillato in Luigi la voglia di mangiare un cono al fiordilatte? Mi spingo in solitaria fino al Sentierone (incontro in tutto quattro persone). Lì c'è il monumento della pasticceria bergamasca, Balzer. Non ci posso credere: chiuso, così come il vecchio Nazionale.E ora? Illuminazione! In Viale Vittorio Emanuele c'è una gelateria, Surya, (una volta si chiamava Rubis), facile da raggiungere e che mi consentirebbe un rientro veloce a casa. La raggiungo e ancora una volta la delusione: è chiusa.
Ultima chance: scendere un po' più sotto per arrivare fino a Grom. Evviva: è aperto!
Le poche persone che sono in giro per la città sono lì, siamo in tre e compriamo una vaschetta di gelato ciascuno. Poi usciamo furtivi con il nostro pacchetino in mano, ci dirigiamo velocemente verso un'auto o un'abitazione, svelti, senza fermarci o guardarci molto in giro.
Conclusione: io sarò una bergamasca noiosa, Bergamo però la sera è davvero una "città morta" (quante volte l'ho sentita questa! adesso ci credo davvero).
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