L’attuale congiuntura presenta una serie di sfide per la nostra economia: evitare di perdere capacità produttiva, aiutando le imprese ad agganciare la ripresa; sviluppare le competenze in settori innovativi che potranno trainare il Paese nei prossimi anni; mantenere la competitività del sistema Italia sui mercati internazionali. Oggi sono usciti i dati sull’Isontino che danno ancora un trend negativo con la chiusura di diverse realtà imprenditoriali, senza che nessuno possa fermare questa emorragia; una volta c’era il Prefetto che poteva vigilare sull’accesso al credito ed adesso? Le banche Italiane hanno avuto miliardi di euro per facilitare l’accesso al credito ed invece hanno comprato titoli di Stato per far calare lo spread; ma non si vive di questo, le aziende chiedono liquidità perché con lo spread non si mangia! Adesso queste stesse banche stanno tornando a speculare sui derivati. Vi ricordo che i derivati sono una delle più grosse fregature bancarie che hanno messo in ginocchio l’economia Europea ed Italiana! Personalmente, avendo un’attività imprenditoriale, ho l’esigenza per i miei clienti e per aumentare il lavoro di fidi bancari; per questo ho chiesto a due primarie banche, di avere accesso al credito con garanzie dell’80% da parte del Confidi di Udine; ma ho avuto risposte negative! Come mai se non ho debiti? Nessuno ha saputo darmi una risposta. Io mi chiedo, perché non è possibile avere l’accesso se non hai un nome altisonante come Ligresti che ha milioni di euro di debiti e concedono ancora soldi? L’Amministratore di Unicredit, tempo fa ha detto: “A breve 40 miliardi a disposizione per le imprese e 35 per le famiglie”.Ebbene, questa è una delle primarie banche che ho contattato! Vorrei fare una domanda a Monti: perché continua a propinare agli Italiani che le Banche sono enti benefici (gli enti benefici dovrebbero fare del bene non dare problemi a chi si affida a loro) e pertanto da tutelare sotto ogni profilo; come dire “le banche le salvo e gli italiani possono morire”. Forse il ns. Presidente del Consiglio dimentica che sono gli Italiani che hanno fatto grande l’Italia; sono gli Italiani che producono ricchezza; le banche al contrario hanno creato disoccupazione e miseria! In Italia, a mio avviso, un grande problema è il fatto che le imprese non sanno su come e su quali basi vengano giudicate e affidate dalle banche. Perché non esiste alcuna banca che accetti di ‘rischiare’? Per le famiglie, poi, è cambiato così tanto il modello del lavoro, con contratti che 10-20 anni fa non esistevano. Ma i prestiti vengono dati con le stesse logiche di sempre!E anche qui deve succedere qualcosa, se non vogliamo che tutto si fermi. Per evitare che la crisi incida profondamente sul sistema produttivo italiano sono necessari interventi volti, da un lato, a migliorare le condizioni di accesso al credito, con controlli serrati sulle banche e, dall’altro, ad incentivare gli investimenti tramite agevolazioni fiscali. Le imprese marginali che sono colpite maggiormente dalla difficoltà di accesso al credito sono soprattutto quelle del Mezzogiorno e del Nord-Est e di piccole dimensioni, alle quali si dovrebbe assicurare la possibilità di ottenere fondi per limitare l’impatto della crisi. Sarebbe anche necessario migliorare i tempi relativi al pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, tempi particolarmente elevati soprattutto nei confronti delle piccole imprese. In attesa che la domanda mondiale torni a crescere è fondamentale che vengano posti in essere interventi che permettano alle imprese di trovarsi preparate nel momento in cui la crisi andrà ad attenuarsi. Solo in questo modo il sistema paese sarà in grado di rispondere al futuro cambiamento di scenario economico. Adesso lancio una proposta: perché ogni Comune (anche Cormons) non si dota di uno sportello di accesso al credito, in modo tale da vigilare su questo annoso problema, forse alcune cose cambieranno se le banche fossero sotto controllo!Alle banche contesto molte cose ma sopra tutto quello che contesto è non soltanto il dire male di ‘no’ ma di non cogliere l’occasione per insegnare alle imprese e alle famiglie la pianificazione, le logiche di come salvaguardare le risorse, di mettere cioè a fattor comune un’educazione a spendere. Ma forse non ci sono più tante banche che lo sappiano fare“!http://feeds.feedburner.com/blogspot/sHlyJTags: accesso al credito, banche, cormons, crisi, economia italiana, lavoro, pubblica amministrazione, terna