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"Dove portava questo viaggio | né lungo né breve?"

Da Luciusday

Ischia Ponte (sx) e Ischia Porto, viste dalle fondamenta del Castello Aragonese


Dove portava questo viaggio né lungo né breve? Dagli ischieti ad Ischia la rotta era questa: piegando verso destra, dapprima costeggiando, poi per il mare aperto, in grembo alla divinità che cambia sesso, e le cui lodi cantano gli amanti della salamoia in ogni angolo della terra.*
Una gita durante la scuola media prima, un paio di giornate con degli amici poi. No, non è la prima volta che visitavo Ischia, ma forse era la prima occasione che avevo per esplorarla fino in fondo e girarmela in ogni anfratto, anche in macchina - "intraghettata" per l'occasione - assieme a parenti, con tutta calma, se si vuole eccettuare la partenza e il ritorno, dato che le condizioni meteorologiche ci hanno offerto prima uno stupendo tratto di guida accecata da sole, "rimediando" una settimana dopo con un bel nubifragio. Quelle della settimana appena passata sono state, infatti, giornate trascorse in totale relax - forse anche troppo, dato che non viaggiavo con nessuno della mia età. Fra i passatempi, a parte dei suonatori locali che allietavano talvolta la sera reinterpretando a loro modo hit recenti facendone risultare un mix di dubbio gusto fra tradizione napoletana e toni alla Miley Cyrus (non so manco se si scrive così, perdonatemi), erano nell'ordine il cibo, il mare, i paesaggi. Non che il mare sia meno importante del cibo: l'ordine delle cose qui riportato è conforme solamente agli effetti che esse hanno avuto su di me - sono infatti tornato innanzitutto ingrassato, poi abbronzato, e poi con un sacco di trip mentali sui paesaggi visti e - diciamo così - assaporati.
Ischia, vale a dire destinazione prediletta da Tedeschi (e germanofoni) in primis, da quanto ho potuto constatare. Classico abbinamento scarpe da ginnastica - pantaloncini - maglia a maniche corte - gilet - zaino superaccessoriato preferibilmente della Deuter, con tasche esterne apposite per l'acqua. I più raffinati avevano anche l'intramontabile sandalo con calzino omaggio, ed alcuni anche le scarpe da ginnastica perché, come è stato giustamente osservato, "è sempre meglio essere pronti per scalare l'Everest". Ma sotto sotto non c'è niente di strano. C'è il costume.
Al secondo posto si classificano i Russi, anche loro inconfondibili, ma a mio parere più nei tratti che nell'abbigliamento (volendo ovviamente prescindere dalla lingua). Qualche anglosassone di passaggio. Il fatto che la maggior parte dei turisti fosse tedesca era ovviamente positivo, dato che ogni scusa era buona per attaccare bottone. Unica (e rilevante) nota negativa: nessun turista al di sotto dei 40 anni. Unico diversivo in hotel: due universitarie della provincia di Salerno con cui ho chiacchierato in piscina, ma che a vita monastica non avevano nulla da invidiare.
Sono tornato ieri e non ho assolutamente voglia di fare niente. Se trovate un modo per farvi venire voglia di studiare che non sia attendere in panciolle fino a una settimana prima dell'esame, fatemelo sapere.;)
Pulchra vobis;)
LuciusDay

Sant'Angelo


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*(Maksim Amelin, da Pozzuoli – Ischia Porto)

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