Sono nata in primavera, ad aprile inoltrato, con i fiori già sbocciati e le giornate tiepide e lunghe, quelle da occhiali da sole, passeggiata in centro e camicetta leggera.
Sono nata in primavera ma, o forse proprio per questo, la primavera mi mette ansia.
Non lo so spiegare. Ogni anno Lei arriva con il suo sorriso ammaliante, lo sguardo sicuro, il vestito migliore, il profumo buono. Eppure non riesco a fidarmi di lei, ad affezionarmi, a volerle davvero bene.
Primavera è una promessa che già, in partenza, lo sai, non verrà mantenuta; è un appuntamento, di quelli che, ne hai la certezza, si trasformerà in una clamorosa buca; è una grande aspettativa che, sul più bello, verrà dolorosamente disattesa; una fregatura nascosta sotto un leggero ma attraente strato di facile successo. Primavera è la telefonata che credevi di aspettare, ma che rivela una cattiva notizia; è il gelato che ti fa venire l'acquolina in bocca e poi ti cola sul cono e sulle mani.
Primavera, per me, è un gigantesco "E quindi?".