Dove sta lo scandalo?

Creato il 19 gennaio 2011 da Dallomoantonella

 

Scusate amici carissimi, di questi tempi parlare di sesso/sentimento  va di moda, forse potrebbe essere  solo per questo che ne parlo molto sul mio blog…ma non è vero, ne parlo perché l’amore è il motore del mondo.

Qualcuno direbbe  che è la giostra il motore del mondo, ma non voglio  scendere in questi particolari che lascio ai discorsi d’osteria o ai buoni salotti  borghesi…

Qui non siamo né in un’ osteria, né in buon salotto borghese; sono solo qualcuno   che  cerca di tradurre in parole i propri pensieri  nell’intento di generare qualcosa di buono e di costruttivo in chi mi legge. Spesso scrivo e faccio scrivere   anche per me stessa, anzi  praticamente sempre; scrivere   o fare scrivere gli altri   è un gesto che mi rilassa, mi rigenera, mi conforta, mi aiuta a capire, e forse per questo  c’è qualcuno  che mi legge, perché trova  positivo  quello che qui  si può trovare  raccontato.

Ma veniamo al punto: il punto è  che  i fatti accaduti al nostro premier  coinvolto in un fatto  pressoché indicibile di  prostituzione minorile , oltre  rischiare di mettere  in crisi un intero sistema politico,  la dice lunga sull’importanza sociale  e non solo personale   di sapere coltivare sentimenti equilibrati e sani.

Non è mia intenzione inveire contro un individuo che io né ammiro né disprezzo; almeno non disprezzo più di molti  altri meno noti e meno chiacchierati  che semplicemente hanno meno  colpe solo perché hanno meno talenti e meno attenzione da parte dei mass-media.

Insomma,  è purtroppo vera la  logica che i grandi errori stanno dietro  ai grandi  uomini, ed il signor Silvio Berlusconi è stato (il passato è quasi doveroso)  sicuramente un grande della storia, nel bene come nel male.

Credo che qualcosa di positivo l’abbia saputo fare, credo che ora sia nella fase del suo declino (e non sono io solo a crederlo…), credo  che  non ci sia   grande possibilità  di ripresa  per la sua credibilità  politica e non solo,  ma detto questo non intendo dire  che il premier  sia stata la   sola  vera  rovina  del nostro paese.

Metre che lui avrebbe commesso ogni genere di nefandezza, dove stava la classe politica che avrebbe dovuto ostacolarlo?

Non getterò  dunque  pietre addosso ad  un politico oggi più morto   che vivo (anche se sembra che i sondaggi lo danno ancora  nel gradimento popolare che  ritiene  ogni scandalo mosso verso di lui  solo una manovra per destabilizzarlo);  lascio questo passatempo vile  e  ridicolo  a chi non ha di meglio da fare e a chi lo pratica perché non sa fare altro, e lo dimostra…La mia sola intenzione è ricollegare l’articolo  precedente che parlava  di sentimenti  veri e sconvolgenti   con questo articolo intitolato  all’uso del corpo come mercificazione ed al degrado del sentimento vissuto  come  futile e menzognero  passatempo…

Non sono qui per gridare dunque  allo scandalo sui recenti fatti di incoraggiamento alla prostituzione minorile; è altrettanto   scandaloso, a mio avviso,  che si abbia una classe dirigente incapace  di fare opposizione a questo  degrado  etico generale  ed universalmente  condiviso.

E’ altrettanto   scandaloso  che ancora oggi ci siano realtà culturali    che impongono ai propri figli matrimoni di convenienza  dettati da leggi  estranee  al sentimento amoroso;  è scandaloso  che  non si sappia educare i nostri giovani ad una sana sessualità, per cui  sarebbe  giusto  avere i propri  primi   rapporti  ad un’età adeguata e solo per amore, non per gioco,  perché lo fanno tutti   o per fare “esperienza”, o per aver successo in modo facile.   E’   scandaloso  che la Chiesa ancora sia arroccata  all’uso  solo eccezionale dei preservativi,  non rendendosi conto che così facendo   esclude  se stessa  dalla comprensione dei   giovani che solo il sale della terra.  E’  scandaloso  che  la scuola non sappia  adeguatamente  assolvere al suo compito di educare all’affettività,  in parallelo alla famiglia  che sembra navigare in acque assai confuse…

Questo è ancora scandaloso: che non ci siano strutture adeguate al sostegno delle dinamiche familiari, è scandaloso che non ci siano  affitti ragionevoli e che non ci siano posti di lavoro  per chi chiede  di entrare  nel  sistema  produttivo. E’ scandaloso che ci sia l’arte imperitura del ladrocinio legalizzato e che chi  più ruba più è lodato e riconosciuto dal sistema.

E’  scandaloso che si pubblicizzi  in ogni dove  ed  ai più alti livelli  l’immagine di una donna-oggetto  che pur di avere successo è disposta  alla propria mercificazione, e che pur di rimanere sotto i riflettori è disposta a rendersi un mostro di silicone piuttosto che accettare le proprie rughe  che possono e devono  essere comunque  serenamente accettate.

E’ scandaloso  che  ancora si possa  morire per amore, o meglio,  per non avere potuto scegliere in piena libertà.

Ecco perché   parlare di sentimenti  è necessario,  è doveroso,  è attuale,  è  urgente;  siamo fatti di cuore, tempo e mente  e   dobbiamo ascoltare il cuore, governare il tempo, sviluppare  la mente.

Né la scuola né la famiglia né altre strutture sociali alternative  si sanno occupare in modo serio di queste  priorità; la scuola pensa solo o per lo più  a trasmettere saperi come se fossero codici   ingessati; la famiglia  pensa solo  o  a proteggere  nel modo sbagliato   figli  che crescono senza il senso del dovere e della fatica,  o ad   ignorare  figli  che crescono e che chiedono presenze;  le altre eventuali   strutture  sono solo presenze   formali   più preoccupate della loro sopravvivenza che del loro  ruolo.

Ma ci può essere un modo diverso di fare scuola, un modo diverso di essere una famiglia, un modo diverso  di fare società.

Dove possono stare  le folle di persone  che si sentono parte di un tutto?  Dove sono i treni affollati  di viaggiatori   che si chiedono  dove sta la verità, dove sta il bello?

Esistono realtà specifiche dove gli insegnanti  non badano al risparmio di energie  per  andare incontro al loro mandato; esistono famiglie  che  hanno voglia di riflettere sui propri errori e sulle proprie  realtà relazionali  pur  di arrivare a comprendersi e a darsi consiglio, e lo fanno  con qualunque mezzo, ad ogni costo;  esistono comunità  che sorde  ad ogni  avversità  proseguono imperterrite  verso  il proprio  compito;  purtroppo  semplicemente non se ne parla,  non abbastanza,  non si fanno trasmissioni su queste  problematiche,  non si intervistano   le  varie  realtà  dando la parola ai diretti protagonisti,  non si fa televisione di cronaca quotidiana,  si è perso il gusto della narrazione e della testimonianza, perché possa emergere trionfatrice  il senso  del “nulla è importante, se non avere il proprio attimo di gloria”…

Dunque cultura del nulla, del consumo spazzatura, del vivere senza uno scopo e senza progetti degni di una certa serietà.

Piuttosto io mi domando anche: “Ma se esistono tante brave persone che si impegnano, che sono serie,  che vogliono stare fuori dal coro,  che resistono ad ogni forma di corruzione e di degrado collettivo,  che sono disposte a    farsi autocritica,  perché questa loro presenza non riesce ad emergere  dando segnali  significativi  e  visibili?”

Forse perché non vuole farlo,  forse perché  in questo contesto vitale conta più il fare che lo stesso  raccontare, forse perché nessuno  va da loro  a chiedere: “Raccontami la tua vita, potrai   essere  ascoltato  e  sarai d’aiuto  a  chi  sta vivendo le tue stesse  esperienze…”

Forse perché è anche altrettanto bella e vitale  la cultura del silenzio,  del vivere nella segretezza, nel riservo,  e forse perché  si temono le reazioni  degli altri,  che possono equivocare, che possono usare le informazioni  ricevute per scopi poco onorevoli…perchè si è disgustati da tanto  marciume, da tanto  appiattimento…

In  conclusione,   non si può  stare comunque  tutto il tempo  in  sottocoperta;  uno deve pure  agire  senza  reticenze  e senza  condizionamenti,  se si  vive  in uno stato  democratico, evoluto   e  di diritto. Uno deve pure decidere qualcosa nella vita. E deve ricorrere alle leggi  che possono garantirgli   l’assoluto rispetto,  quali   alcune  sopra tutte,  la legge della tolleranza  e dell’ascolto.

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