...Ma poi ho finito per buttare giù, alla veloce, questo. Il motivo? Beh, ammesso che ci sia qualcuno davvero incuriosito, lo ammetto: non ho tempo per scrivere post lunghi e ponzosi come quello che avevo in mente. Recensire un certo numero di libri richiede una quantità ragionevole di tempo e il tempo è, in questo momento, la cosa di cui posso disporre di meno. Sta impaginando la versione elettronica di ALIA Evo 2.0, il che potrebbe sembrare una sciocchezza a chi si affida a Calibre e non si preoccupa nemmeno se il suo testo potrà disporre di un indice ragionevole e funzionante. Ma questo è ancora poco, il nostro ALIA è una «cosa» di cinquecento e passa pagine, con alcuni racconti suddivisi in capitoli (ricordati: da inserire h2 in Sigil in modo da ottenere una suddivisione interna... puff, puff) che deve essere girato e rigirato alla ricerca di eventuali errori di stampa e di impaginazione — il testo è già stato riguardato durante l'impaginazione ma è il passaggio di Sigil a rendere curiosamente più evidenti gli errori... E poi è inevitabile venire ai ferri corti con gli styles, con il CSS, con i characters, con i toolbar, con i font-family e con gli indent... Che rapporto passa tra le tabulazioni inserite nel testo .doc e il suo output in forma di epub? Come? No, no, è semplice: nessun rapporto, il testo appare giustificato a destra e a sinistra in maniera rigida e tombale, senza nessun rientro... Ma andiamo con ordine. Al termine dei lavori abituali su un testo, anche notevolmente lungo come ALIA, dopo aver controllato di aver sempre preso l'ultima versione di un testo – anche dieci o venti volte – e aver uniformato il testo si passa il tutto a Calibre che ci restituirà un testo in formato .epub. Ed è con un certo batticuore che si apre il testo nel nuovo formato per capire com'è. Piccolo particolare: non basta guardare un racconto o due, bisogna passarli TUTTI dal momento che in origine hanno diverse provenienze. Ammettiamo – evento rarissimo – che il testo «funzioni», ovvero che abbia un'interlinea credibile, che i caratteri speciali – corsivo, grassetto, maiuscoletto – siano stati preservati e che tutto fili più o meno come deve.
Chiunque abbia lavorato con Calibre ha la tendenza a sviluppare una certa paranoia, sicché si controlla. E si scopre che, per l'appunto, i rientri del testo sono scomparsi. A quel punto si apre Sigil e si controlla: ovviamente esiste il comando per il rientro – una cosa tipo «"p class="p-p22"» – ma che (chissà perché) non funziona. Si apre stylesheet, si cerca p22 e si scopre che nel comando della riga è scomparsa la spaziatura (text-indent=0). MACCHICZTIADDETTO che testindent è uguale a zero? Correggi. Poi correggi anche in altre class, Calibre è notoriamente ridondante... Riguardi. Tutto a posto . Ci sono due o tre comandi che non hai toccato e il testo in qualche zona si vendica lasciando il testo allineato come in una stele, ma sistemi anche questo. Poi inserisci la copertina. Poi cambi la copertina. La riguardi. Hai scritto Vicnent Spasaro. Rifai la copertina. Non ti piace. Rifai la copertina. Per il momento può andare, la riguarderai – e presumibilmente la cambierai – domani. Provi a commutare il testo in .mobi. Poi in AZW3. In .mobi il font è diventato Times New Roman. AZW3 funziona meglio ma i rientri sono scomparsi di nuovo. Provi a commutare partendo da .epub e non da .doc. Miracolo: funziona, Georgia e rientri. A questo punto tocca all'indice. Anzi all'Index. Fai, tutto procede bene, hai il tuo indice che rimanda scrupolosamente ai testi. Commuti, invii ai due lettori, un Kindle e e-reader Sony. Funziona! Solo che... sono spariti i salti di linea che separano i paragrafi. E, per inciso, anche i salti di linea che separano i titoli del racconto dall'incipit. Mediti di arruolarti nella Legione Straniera ma poi cedi e cominci a riguardare il testo in Sigil. È sparita una piccola cosa, il comando «br /» nei vari «p». MACCOMECZ è sparito? E ricompili il testo inserendo il famoso, banale ma essenziale «br /»... Ad libitum... Si è capito perché non scrivo di libri oggi? Ne riparleremo la prossima settimana.
La mia scrivania. P.S.: non datemi consigli, a sbagliare sono bravissimo da solo.