Sono passati 13 anni da quando il telegramma che portava la notizia della morte di Patrick Crawley sul Titanic a Downton Abbey: da allora c'è stata una Guerra, le gonne e i capelli si sono drasticamente accorciati, la famiglia è cresciuta e ha dovuto dire addio ad alcuni dei suoi membri più importanti, molti personaggi sono entrati e usciti dalle file della servitù lasciando il loro se pur piccolo contributo alla storia;così, mentre ci avviamo verso la midseason ancora incerti su quale destino Julian Fellowes abbia in serbo per i nostri protagonisti, il quarto episodio della sesta e ultima serie continua a muovere lentamente le pedine lanciando possibili segnali per il futuro, senza lasciarsi però sfuggire l'opportunità di ricordare ciò che è stato grazie al gradito ritorno di alcuni volti dal passato.
Annunciato già la scorsa settimana, l'arrivo di Gwen è gestito in maniera esemplare: giunta a Downton in compagnia del marito per favorire l'interesse dei Crawley verso la libera istruzione di giovani donne, la ragazza entra dalla porta principale e pranza con i suoi ex datori di lavoro all'inizio del tutto ignari della sua identità: maggiordomo pro tempore fino al ritorno di Carson dalla luna di miele, Thomas rivela il passato da cameriera di Gwen invidioso del suo successo, ma quella che un tempo era solo la figlia di un fattore riesce a difendersi brillantemente rievocando alla nostra memoria e a quella della famiglia il ricordo di quanto Sybil aveva fatto per lei; un modo commovente e delicato di riportare Jessica Brown Finlay nei nostri pensieri e di rammentarci come sia stato proprio il suo personaggio, la più altruista e indipendente delle figlie dei Crawley, a riconoscere il cambiamento e a metterlo in moto.
Per Thomas, quest'ennesima sconfitta è solo l'ultima goccia dopo un lungo elenco di delusioni: non gradito a nessuno, incapace di trovare il suo posto in un mondo che sta svanendo e privato dell'amore dalla sua condizione di omosessuale, il vicemaggiordomo sembrerebbe il protagonista ideale per un destino tragico quanto per una partita a cluedo; mentre i Bates vedono per la prima volta la fine di un periodo nero e sono pronti a cominciare una nuova vita di serenità, lo spirito sovversivo di Daisy non ha alcuna intenzione di placarsi, nonostante il suo pessimo tempismo sembri suggerirle di avere maggiore fiducia nella famiglia che serve.
L'attesa per l'episodio era comunque tutta per lui, Matthew Goode, finalmente arrivato a Downton e apparentemente già pronto a sedurre la controllatissima Lady Mary; gli elementi per giudicarlo sono ancora troppo pochi, ma la speranza che si tratti di un carattere sfaccettato e non di un semplice pretendente, come gli altri subito pronto a cadere ai piedi della primogenita, resta alta: non un altro Matthew, mai Matthew, ma qualcosa di più di una semplice comparsa.
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