Il Raindogs di Savonaè sinonimo di blues.
Non so seMarco Traverso,Zibbao chiunque collabori alla realizzazione degli eventi abbia passioni musicali più ampie (suppongo di sì), ma di fatto i concerti itineranti, così come quelli in loco, hanno una matrice ben definita, anche se gli attori cambiano spesso di nazionalità. Il culmine è stato raggiunto, secondo me, lo scorso anno, il 2 maggio, quando Varazze si è trasformata per un giorno in una sorta di Beale Street, downtown di Memphis:
http://athosenrile.blogspot.com/search/label/Blues%20a%20Varazze
Ripetersi a quei livelli, sabato scorso adAlbissola Marinaera obiettivamente difficile ( non parlo di qualità degli artisti), perché per raccogliere tanti musicisti, provenienti dai luoghi più disparati, occorre un grande sforzo organizzativo e quindi denaro disponibile. Fatto non trascurabile, le “Downtown” organizzate dal Raindogs (lo scorso anno una di grandi dimensioni e quest’anno molteplici, ridotte ein differenti cittadine liguri), sono gratuite per chi ascolta.
In questa occasione il programma prevedeva la partecipazione di :
GNOLA BLUES BAND, FABRIZIO POGGI & CHICKEN MAMBO, PAOLO BONFANTI, MAURO FERRARESE, MAX PRANDI, THE CHAIN GANG, THE TRUE STORY OF THE ENDe ancora... Eria Kubo, Luca Pagani, Jorge Hernandez Lince e Alessandro Suffia.
Io posso riferire solo ciò che ho visto e quindi fornirò un’ immagine parziale:
alle 21,Fabrizio Poggie iChiken Mamboe successivamente laGnola Blues Band, conPaolo Bonfantiospite in alcuni brani.
I concerti di Fabrizio Poggi non mi stupiscono più e credo superino l’evento musicale, in questo caso inserito in un contesto degno della spiritualità della proposta, una piazzetta caratteristica nel centro di Albissola, con tanto di pubblico seduto (anche) sui gradini della chiesa
Fabrizio e i sui degni compagni di viaggio, i musicisti e la moglieAngelina, ” raccontano” le radici di ognuno di noi attraverso la musica, e le parole che separano un brano dall’altro regalano pillole di vita, di saggezza, di storia, e illustrano il pensiero el’iter, sempre profondo, che accompagnano la creazione di ogni singolo brano.
Prima di iniziare Fabrizio mi racconta con entusiasmo dell’imminente tour in Texas e ciò che mi colpisce è la sua felicità per essere considerato un uomo di blues laddove il blues è nato, anche se , come lui dice, “..mi sento come se andassi a vendere ghiaccio agli eschimesi!”
Per chi volesse ascoltare qualcosa di magico, consiglio “Spirit and Freedom”:
http://athosenrile.blogspot.com/search/label/Fabrizio%20Poggi-Spirit%20and%20Freedom
Molta… molta partecipazione ed entusiasmo.
Alle 23 finisce la performance di Fabrizio Poggi e nonresta che dirigermi verso la passeggiata a mare, dove è prevista l’esibizione dellaGnola Blues Band, che conosco solo di fama.
Nell’avvicinarmi al luogo riconosco una sagoma nota, quella diPaolo Bonfanti, che va nella mia stessa direzione con la sua guitar box, e mi racconta che salirà sul palco di “Gnola …”, come ospite. E cosa potevo chiedere di più!
Conosco il valore di Paolo e il suo modo coinvolgente di stare sul palco, e pregusto già un duetto conMaurizio Glielmo, chitarrista, cantantee leader del gruppoche, a quanto dicono gli esperti presenti, “ha un bel tiro”.
Le aspettative non rimangono deluse.
Scopro un fantastico rockblues proposto da un quartetto che,oltre alla chitarra, prevede la sezione ritmica( basso e batteria)le tastiere (www.gnolabluesband.com/).
Grande l’abilitànell’usare la slide e grande l’impatto della voce da parte di Glielmo
Tra la folla, composta dai soliti amanti del genere, trovo un “ragazzo” che non vedevo da ben 36 anni, tastierista di un gruppo in cui suonavo nei locali a 18 anni, tra Ten Years After e valzer, Santana e tanghi. Ci riconosciamo immediatamente (non è così scontato!) ma capisco che lui è solo di passaggio e la musica è ormai un lontano ricordo. Nonostante questo rimane bloccato davanti al palco per l’intera esibizione e il suo scetticismo iniziale si dissolve nella sua frase di commiato : ” … ma questi sono professionisti!”.
Già, veri professionisti, ma come sempre affermo non basta avere una grande cultura per poter insegnare … comunicare è arte/mestiere ben differente, e in questa occasioni gli “alunni” non sono rimasti delusi.
Il momento dell’ospite arriva esi prolunga forse più di quanto pianificato.
Vedere duettare Bonfanti e Glielmo è quanto di meglio si possa chiedere in una serata simile.
Il continuo rincorrersi delle dita sui manici delle Fender mi ha fatto tornare alla mente un altro duetto (cinematografico) anzi, un “duello”, quello tra un falso chitarrista, Ralph Macchio, e uno vero e grande, Steve Vai, nel film “Mississippi Adventure”.
In qualunque contesto, un uomo con la sua voce e una chitarra possono ipnotizzare il pubblico, figuriamo due di grande livello!
Una soddisfacente serata di musica, tra amici … i soliti amici.
Una giornata riuscita, almeno dal punto di vista del risultato finale, che traduco in “soddisfazione del cliente” (è questo il vero concetto di “qualità”).
Come sempre un grazie agli organizzatori, sempre gli stessi, che si tratti di Jack Bruce, Johnny Winter, Ray Gelato o la Downtown …le Downtown!
Le due fotografie sono fornite gentilmente da Angelo Lucardi