Se avete la fortuna di passeggiare per le vie di CamdenTown, storico quartiere a nord di Londra, potrete visitare lo store ufficiale di uno dei marchi più rappresentativi della controcultura punk e underground inglese, e che ancora oggi detta legge nel settore della moda e delle calzature. Stiamo parlando, come probabilmente avrete intuito, dello storico marchio Dr. Martens, produttore dei celeberrimi stivaletti anfibi, caratterizzati da un materiale lucido e dalle cuciture vistose e colorate.
Fermarsi nel negozio e acquistare lì un paio di stivaletti anfibi è un’esperienza da aggiungere alla lista delle cose da fare nella propria vita. Certo, non si può andare a Londra solo per comprare un paio di scarpe, per quanto belle possano essere. Fortunatamente, oggi si possono facilmente acquistare online, ma in quanti si lasciano attrarre esclusivamente dall’estetica e dalla qualità dei materiali utilizzati senza conoscerne la storia?Eccovi serviti.
Creato dalla R. Griggs& Co. di Wollaston, in Inghilterra, lo stivaletto deve la sua nascita a un medico tedesco, il dottor Klaus Maertens, che soffriva di un problema a un piede in seguito a un incidente avvenuto mentre era a sciare sulle Alpi Bavaresi in licenza militare durante la Seconda Guerra Mondiale. Era il 1943 quando, per dare sollievo al suo arto malandato, il dottore teutonico ebbe l’intuizione di creare una suola dotata di un cuscinetto d’aria, che potesse fungere da ammortizzatore, da inserire in uno stivale realizzato con pelle più morbida rispetto a quella utilizzata nell’esercito o, in generale, nel mercato delle calzature.
Dopo sedici anni di tentativi andati a vuoto, il Dottor Maertens incontrò l’uomo che lo avrebbe consegnato alla storia: William Griggs, che acquista il brevetto della sua suola miracolosa e dopo solo un anno la R. Griggs Group Ltd mette in commercio il primo paio di Dr. Martens. Era l’1 aprile 1960, data da cui il modello prende il nome 1460, il classico stivaletto anfibio a otto buchi, di colore rosso ciliegia.
Inizialmente diffuso tra i lavoratori, e in seguito dai poliziotti e dai postini, diventa un po’ il simbolo della sinistra britannica, ma nel giro di un paio danni si legherà indissolubilmente alla musica punk, rock e alla controcultura dell’epoca. Un ruolo rilevante in questo lo ricoprì Pete Townshend, leader dei “The Who”, quando dichiarò pubblicamente di adorare le Dr. Martens.
Questo rese il marchio molto popolare, e le vendite iniziarono a crescere in maniera esponenziale. A conquistare soprattutto i più giovani, oltre a quello che rappresentano in termini sociali e culturali, era la qualità del prodotto. A distinguere le Dr. Martens da altre calzature erano alcune caratteristiche peculiari:
- le suole con il cuscinetto d’aria di cui abbiamo parlato prima, che “crea” la tipica camminata “rimbalzante” dei punk;
- la cucitura gialla che lega la suola alla pelle morbida dello stivaletto, che veniva coperta dai poliziotti, in quanto la divisa d’ordinanza consentiva l’utilizzo delle Dr. Martens ma non il dettaglio così evidente;
- la fettuccia posteriore con il marchio AirWair, che facilita il calzare la scarpa;
- il Marchio in rilievo, impresso a fuoco sul lato esterno dello stivaletto;
- la punta d’acciaio, presente in alcune versioni e, purtroppo, molto diffuse tra gli skinhead. Le ragioni sono facili da intuire. In realtà, erano state create per essere utilizzate in ambienti di lavoro manuali nei quali è importante avere scarpe solide e sicure
Gli anni ’70 e ’80 sono gli anni del punk, dello ska, del new wave, e del grunge, e le Dr. Martens si legano indissolubilmente a questo tipo di cultura musicale. Nel 1982 sono ancora i “The Who” a rendere più solido questo legame, grazie alla canzone Uniforms (Corp d’Esprit), il cui testo fa esplicito riferimento al marchio inglese. «Wearyourbraces round yourseat / Doctor Martens on yourfeet / Keepyourbarnetveryneat / For credibility on street». Nello stesso anno, gli anfibi fanno la loro apparizione nel video di Rock The Casbah, uno dei brani più famosi di un’altra band che ha fatto la storia del punk, i Clash.
Questo connubio, però, comportò anche il declino verso la fine degli anni ’90, quando questi generi musicali cominciarono a essere meno diffusi e popolari, travolti da un’ondata di pop. Il calo delle vendite costrinse l’azienda a spostare la produzione dall’Inghilterra all’Asia, ma il fenomeno del “Dr. Martens Revival” riporta il marchio sulla cresta dell’onda.
Oggi, a più di cinquant’anni dal primo modello, gli stivaletti Dr. Martens ricoprono ancora un ruolo fondamentale nell’industria calzaturiera, e, anche se hanno perso quel legame con la voglia di ribellione giovanile degli anni ’60 e ’70, continuano a essere simbolo di originalità ed eccentricità.