(Dracula 3D)
Regia di Dario Argento
con Thomas Kretschmann (Dracula), Asia Argento (Lucy Westenra), Marta Gastini (Wilhelmina “Mina” Murray), Rutger Hauer (Abraham Van Helsing), Unax Ugalde (Jonathan Harker), Miriam Giovanelli (Tanya), Morgane Slemp [Zoe Aggeliki] (Inga), Augusto Zucchi (Andrej), Maria Cristina Heller (Jarmila), Giuseppe Loconsole (Zoran), Giovanni Franzoni (R. M. Renfield).
PAESE: Spagna, Italia 2012
GENERE: Horror
DURATA: 105’
1800, Transilvania. Il conte Dracula, vampiro millenario, fa incetta di cuori e cadaveri. La giovane Mina, in cerca del marito rapito dal conte, è costretta a chiedere aiuto al professor Van Helsing, l’unico uomo in grado di fronteggiare il mostro…
Vaga, ennesima, agghiacciante (e inutile) trasposizione del romanzo di Bram Stoker, scritta dal regista con Enrique Cerezo, Stefano Piani e Antonio Testori. Fischiato un po’ dappertutto (specialmente a Cannes, dove fu presentato) e disertato nellae sale (500mila euro di incasso contro sei milioni di costi realizzativi), è un brutto film dell’orrore che non fa paura. Passi il basso costo, ma qui a mancare sono le idee. Argento, in crisi creativa da più di un decennio, la tira lunga per un’ora e quaranta con effettacci splatter (di Sergio Stivaletti), dialoghi risibili, attori improponibili, computer grafica a 8 bit (e pensare che è uscito in 3D!); come si faceva negli horror erotici degli anni ottanta, indugia su tette e culi, filma qualche casto amplesso e cerca di dare un alone perverso alla storia. Invano. Tutto fa ridere, se non sghignazzare. Potremmo citare la terrificante dizione di Asia, o la sequenza – già oggetto di culto tra gli amanti del trash – della mantide gigante, o anche soltanto la faccia e i capelli dell’inespressivo Ugalde. Rispetto per l’ uomo che trent’anni fa fece Profondo Rosso, ma commenti come “non ci sono più soldi” o “nessuno mi fa più fare i film che voglio” diventano quanto meno pretestuosi dinnanzi a questo abissale, esplicito, indifendibile vuoto di idee. Se uno ha finito la benzina, di solito, si ferma. Lui no, continua, e va bene, ma poi non si lamenti se la macchina si ferma. L’unico che si salva – con l’esperienza – è il vecchio Rutger, gli altri sembrano un branco di labrador. Girato nel bellissimo ricetto di Candelo (Biella) e nel suggestivo castello di Montalto Dora, Ivrea (TO). Musiche penose di Claudio Simonetti, fotografia atroce, in stile Elisa di Rivombrosa, di Luciano Tovoli. In confronto, Dracula morto e contento sembra Il gabinetto del dottor Caligari. Da perdere con ostinazione.