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Draghi e mercanti, la Cina nella modernità

Creato il 27 marzo 2015 da Pietro Acquistapace
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Uno dei nove draghi al Beihai Park, Beijing – China

La nostra cultura razionale, a volte ci fa ritenere non degni di attenzione i fatti che sfuggono alla comprensione, che non possono essere spiegati scientificamente. Eppure le cose non sono sempre state così, ad esempio sono numerose le cronache medievali che registrano apparizioni di croci celesti, di globi infuocati nel cielo o altre stranezze. Ogni epoca filtra quello che non conosce attraverso gli strumenti del suo patrimonio culturale, come accade ancora oggi con i presunti avvistamenti di dischi volanti ed altri oggetti misteriosi. Nella storia cinese sono numerose le apparizioni di draghi, annotate con grande cura nelle fonti ufficiali del tempo.

Proprio con una rassegna di draghi dalle varie grandezze si apre The troubled empire, libro scritto da Timothy Brook, professore di storia cinese alla University of British Columbia. Nella parte iniziale della sua opera l’autore mostra come l’apparire dei draghi, a volte minuscoli al punto da stare nella guaina di una spada a volte giganteschi risucchianti barche e persone, sia fenomeno strettamente connesso alle sorti della dinastia regnante. I draghi, simbolicamente legati al potere imperiale, sarebbero quindi stati parte di un complesso sistema di segnali da interpretare come testimonianza del favore. o meno, che il cielo riservava all’imperatore sul trono.

Il libro di Brook è dedicato a due dinastie in particolare della storia cinese, vale a dire la Yuan (1271-1368) e la Ming (1368-1644). L’autore ritiene infatti che questo periodo storico sia di importanza cruciale per capire le dinamiche che hanno portato alla costruzione della Cina moderna. Le imporanti innovazioni della dinastia mongola degli Yuan, mai troppo studiata né dai mongolisti che dai sinologi, sarebbero state poi conservate dai Ming, che si trovarono in ogni caso a dover regnare in un contesto ben diverso, segnato dal mutamento dell’intero mondo circondante il paese di mezzo, alle prese con un vero e proprio terremoto culturale, basti pensare allo sviluppo del commercio.

Proprio al commercio è dedicata una parte molto rilevante del volume, alla nascita di una classe di mercanti che solcava i mari guardando sempre più in là, segnando il mutamento nelle forme stesse in cui era percepita la realtà circostante. L’opera offre inoltre una vivida descrizione degli aspetti più quotidiani della Cina del tempo, andando a scavare in aspetti forse a volte trascurati come il gusto artistico o la nascita dei libri e del relativo collezionismo. Brook indaga inoltre la mentalità dell’epoca attraverso l’analisi dei culti, dei rapporti famigliari e di molti altri aspetti che rendono il volume estremamente interesssante.

Il quadro dipinto dal professore della British Columbia non si ferma ai draghi ed agli essere umani, ma include anche l’ambiente stesso in cui questi sono collocati. Il libro tratta infatti anche della climatologia, mostrando come i fenomeni metereologici siano imprescindibili per capire gli avvenimenti storici. Siccità, inondazioni e altre catastrofi sono forse tra i veri protagonisti di The troubled empire, dove l’uomo sembra in costante lotta con la natura, sia questa rappresentata dai deserti e dalle steppe oppure dai grandi fiumi che tanta parte hanno nela storia cinese. In ogni caso ne risulta un libro che affronta temi molto diversi in una prospettiva a larga scala che non lascia certo indifferenti.

E mentre gli uomini si affannano e la natura segue il suo corso i draghi appaiono ed ascendono verso il cielo.


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