Draghi, il mercato non ci crede più

Da Pukos

Piazza Affari affossata dal “Temporeggiatore”

Si salva dalle vendite solo Telecom, per il resto una Caporetto. Crollano i titoli bancari. Maglia nera a Cnh Ind., sprofonda ancora Eni.

Stamattina, ore 9:01, ho pubblicato un articolo dal titolo inequivocabile “Cosa farà Draghi? Temporeggerà”, ebbene cosa ha fatto Draghi? Ha temporeggiato.

Mi direte: era facile prevederlo. Certo! A posteriori. Perché il nostro indice principale finché non ha parlato Draghi si trovava sulla parità, il mercato, quindi pensava all’annuncio di un Qe all’europea, ed invece se ne parlerà nel 2015.

Il Presidente della Bce ha cercato di salvare il salvabile dicendo che per utilizzare i fantomatici “strumenti non convenzionali” non serve l’unanimità, cercando così di accreditare l’ipotesi che egli farà tutto ciò che rientra nel suo mandato anche contro la volontà dei tedeschi, ma il mercato ha comunque stornato.

Naturalmente a subire il maggior contraccolpo i listini dei Paesi cosiddetti periferici anche se nessuno si è salvato dalle vendite.

Londra (-0,6%) ha limitato le perdite, Francoforte (-1,2%) è risultato il migliore fra quelli dell’eurozona, Parigi (-1,6%) come al solito si è situato in una zona intermedia ed il nostro Ftse Mib (-2,77%) è stato zavorrato dal comparto bancario.

Fra i quaranta titoli che compongono il nostro indice di riferimento si è salvato soltanto Telecom Italia (+1,58%) che ha proseguito il recupero ed ora si trova ad attaccare area 0,95 euro, ma è chiaro che l’obiettivo è di tornare su quota 1 euro che è risultata fatidica nello scorso mese di giugno.

Maglia nera di giornata Cnh Ind. (-4,98%) che vanifica così i rialzi delle due ultime sedute, quindi troviamo la sfilata delle Banche: Banca MPS (-4,55%), Unicredit (-4,08%), Mediobanca (-3,97%), Bper (-3,74%) Banco Popolare (-3,64%), Ubi Banca (-3,62%), Intesa Sanpaolo (-3,44%) e BpM (-2,54%).

Per quanto riguarda MPS va sottolineata la discesa sotto quota 0,6 euro, per le centinaia di migliaia di azionisti che soltanto pochi mesi fa avevano dato ancora fiducia alla Banca guidata da Alessandro Profumo sottoscrivendo un aumento di capitale “pazzesco” il risultato è un bagno di sangue che solo in Italia può rimanere impunito.

Ad affossare il nostro indice principale, però, ci ha pensato anche Eni (3,53%) che risulta l’esempio più lampante del drammatico declino al quale ci sta portando l’attuale governo, è uno scandalo del quale non si può più sottacere.

Segnaliamo infine gli altri titoli che hanno lasciato sul terreno più di tre punti percentuali, si tratta di: World Duty Free (-3,34%), Mediaset (-3,25%), Exor (-3,14%), Finmeccanica (-3,10%), Campari (-3,08%), Mediolanum (-3,04%) e Buzzi unicem (-3,03%).

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro   


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