Draghi Volanti: L’ULTIMA FRONTIERA

Creato il 08 ottobre 2014 da Andrea Scatolini @SCINTILENA

È fatta! Siamo finalmente entrati nel cuore del Monte Sumbra, nel viaggio più incredibile che ci poteva capitare.

Nell’ultima punta esplorativa siamo scesi ancora di ottanta metri rispetto alla volta precedente. Se ci fossimo basati sul vecchio rilievo saremmo già oltre i -1000, ma rifacendolo completamente con il Distox purtroppo abbiamo dovuto constatare un errore in eccesso piuttosto considerevole, più di cento metri appunto..

Ciò che avevamo solo fantasticato però si avvera, e man mano che scendiamo nei nuovi ambienti la morfologia muta, gli spazi diventano sempre più ampi e la verticalità della grotta si fonde in quelli che sappiamo essere i primi piani freatici. Superiamo così alcune gallerie sub-orizzontali, che identifichiamo come le più antiche, fino a scivolare intorno ai -900 metri su un primo sifone dal colore turchese, è la falda!

Appena sopra, come un’ulteriore porta che si apre dentro la montagna, troviamo ciò che ogni speleologo vorrebbe scoprire in una grotta, enormi gallerie che corrono orizzontali in più direzioni, e non è finita, c’è un aria incredibile che le attraversa e che si avverte addirittura nelle grandi sezioni.

Siamo come ubriachi, e mentre qualcuno scende sino al sifone, Corvo parte in solitaria per un quarto d’ora e svanisce in lontananza in una galleria, poi torna e si riparte tutti insieme sulla stessa via. Alex come un disco rotto non fa che ripetere “ma dove siamo”, “siamo sbarcati su Marte”, “sembra di essere sulla Luna, mai vista una roba del genere”.. Ed infatti, un po’ come Armstrong, siamo i primi uomini a calpestare gli enormi ed indenni depositi di sabbia bianca che si alternano a cascate e camini che precipitano da chissà dove. La zona è davvero complessa e sappiamo bene considerando dove sono le risorgenti che ora ci possiamo spostare di chilometri all’interno della montagna; recuperiamo così il materiale che ci rimane e incominciamo ad armare i primi traversi su profonde fratture e specchi d’acqua. Dopo 150 metri circa un primo bivio; a sinistra un altro sifone, ma è presente circolazione e probabilmente si dovrà passare alti, a destra, l’ennesima condotta segue un saliscendi venato e sabbioso che ricorda molto le grotte Sarde.

La scena è divertente, mentre Corvo cerca disperatamente qualcuno per rilevare, tutti gli altri sono in balia degli effetti collaterali della legge di attrazione, in cui si é persi nelle proprie emozioni, non si sente e ascolta nessuno, e si gira incantati infilandosi in ogni diramazione. Poi qualcuno rinsavisce e ci riorganizziamo, attrezziamo altri due traversi, superiamo un altro sifone e ci affacciamo infine su una verticale di una quindicina di metri, da cui si scorge in lontananza un lago.

Ci giochiamo così l’ultimo attacco e scendiamo fino ad una zona che chiameremo le “sabbie mobili”, e che precede il lago, anche qui una notevole circolazione ci fa subito intuire che oltre l’invaso non può che continuare, e che quindi servirà anche un canotto. Il colore delle pareti invece riporta i chiari segni delle piene, e ci dice che qui a primavera sarà tutto sommerso.

Rientrando do ancora uno sguardo ad una sala che avevo adocchiato all’andata e molto comoda dove poter attrezzare il Campo 2 avanzato, e che potrete scommetterci sarà in perfetto stile Ucraino.

La zona é magica, e in queste sperdute gallerie del tempo disperse nelle regioni della penombra, rimango per ultimo e mi godo una solitaria risalita ripensando a quale avventura è stata giungere fin qua. E anche se un po’ per sfida siamo partiti volutamente in due ri-attrezzandoci tutta la grotta, poi siamo stati capaci di organizzarci in una formidabile squadra che in perfetta sinergia è stata capace poi di superare uno ad uno tutti gli ostacoli. Ora il gioco si fa più divertente, ma anche più duro, e difficilmente basteranno punte di soli tre giorni per esplorare quaggiù, la grotta non è certo delle più facili, ma so anche che le conquiste più impegnative, le più esposte, sono anche quelle che ti daranno infine di più!

Il messaggio di Alex il giorno dopo, che mi chiede conferma che sia tutto vero e non solo un sogno, mi fa capire che le emozioni vanno sempre condivise. Vorrei ringraziare così tutti quelli che ci hanno seguito, hanno contribuito portando attrezzature, perché qui funziona che ognuno ci mette del suo, in base a quello che può.

La prossima esplorazione è prevista per il 28-29-30 novembre e sarà divertimento allo stato puro. Servirà altro materiale compreso quello per l’allestimento di un nuovo bivacco, un altro fornello a benzina, corde, ecc. Chi vuole venire faccia sapere ..

Hanno partecipato: Fabio Bollini, Alex Rinaldi, Romeo Uries, Marco Corvi “Corvo”, Gianluca Selleri, Angelo Squicciarini, Alberto Mangili.

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