Dragon V2, sostituto USA dello Shuttle

Creato il 30 maggio 2014 da Media Inaf

DRAGON V2. Crediti: NASA

Un veicolo per viaggi spaziali con equipaggio di ultima generazione, economico e “riciclabile”. E soprattutto, americano. L’astronave Dragon V2, presentata dalla società californiana SpaceX (Space Exploration Technologies corporation), potrebbe mettere la parola fine alla dipendenza degli Stati Uniti dalla Russia per il trasporto di astronauti nello spazio. Condizione in cui si trovano dal pensionamento degli Shuttle, avvenuto nel 2011 sotto la presidenza Obama.

Nel corso di una sfarzosa cerimonia trasmessa in diretta streaming dalla sede centrale della SpaceX di Hawthorne, in California, il suo fondatore e capo progettista Elon Musk ha mostrato al mondo un prototipo della nuova generazione di capsule spaziali Dragon, che, secondo le previsioni, saranno pronte a trasportare astronauti NASA sulla Stazione Spaziale Internazionale entro il 2017.

Dragon V2, sebbene prodotta da una società privata, fa parte di un progetto NASA da un miliardo di dollari per lo sviluppo di sostituti dello Shuttle più economici rispetto al Soyuz russo, dove un posto a sedere costa ben 70 milioni di dollari, partenza da Baikonur, in Kazakistan (anche la nostra Samantha Cristoforetti verrà lanciata da lì).

A questo scopo la NASA ha scelto tre società private in cui investire: oltre alla SpaceX, la Boeing Co. e la Sierra Nevada Corp. Con successo, sembrerebbe, se è vero che – come dichiarato Musk – il trasporto di un astronauta su Dragon V2 le costerà meno di 20 milioni di dollari.

Sono già due anni che la SpaceX fornisce capsule spaziali per il trasporto di merci sulla Stazione Spaziale Internazionale: Dragon 1 è stato il primo mezzo privato della storia ad attraccare su ISS. Per adattare la vecchia generazione di veicoli al trasporto di persone, i tecnici della SpaceX hanno apportato diverse modifiche: per esempio, è stato aggiunto un sistema a propulsione, chiamato SuperDraco, capace di portare in salvo la capsula e l’equipaggio nel caso qualcosa andasse storto durante il lancio; sono stati aggiunti sette sedili, di cui Musk ha testato la comodità durante la conferenza. E, particolare importante, verranno aggiunte “zampe” retrattili per consentire atterraggi sul terreno “della precisione di un elicottero”. Questo espediente consentirà anche di evitare la tradizionale modalità di ritorno dei velivoli, che al rientro di solito vengono lasciati precipitare in mare per poi essere faticosamente recuperati; e, inoltre, di poterli riutilizzare a missione conclusa, con vantaggi notevoli dal punto di vista economico.

Secondo il visionario ma geniale Musk,  questo tipo di veicoli, nel pieno delle loro funzionalità, potrebbero non solo fare da spola tra la Terra e ISS, ma anche approdare sulla Luna, o addirittura su Marte. Perché “è lì”, secondo Musk, “che prima o poi dovremo andare”.

Per saperne di più:

  • Guarda il video della presentazione di Dragon V2
  • Leggi l’articolo sul primo volo di Dragon sul sito di Media INAF
  • Leggi l’articolo L’era buia del post-shuttle sul sito di Media INAF
  • Visita il sito di SpaceX

Fonte: Media INAF | Scritto da Valentina Tudisca


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