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Ora ad essere maligni , una nuova serie fantasy, con tanto di Draghi e Maghi, con tutto il trambusto che sta facendo Games Of Thrones, mi sembra l'unica scelta tutt'altro che folle per consolidare una posizione di vantaggio in edicola. Ma sarebbe una maligna provocazione, e poco altro, d'altronde il deja-vu è solo iniziale, e non che poi Martin adesso, ha il monopolio di draghi, castelli picche e cavalieri, per ora Dragonero in comune con GOT, ha solo il fatto che di draghi se ne parla molto ma si vedono poco, e che a stargli troppo vicino di rischia di finire in carbonella. Stop. Nient'altro.
Anzi direi che più che la fantapolitica medioevale delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, Dragonero, ricorda più il vecchio Dungeon and Dragons, Maghi, Draghi cavalieri ed Orchi.
Questo Dragonero, perchè il romanzo a fumetti Bonelli uscito nel 2007, ed oggi venduto a prezzi tipicamente italiani su Ebay, aveva molto in comune con l'opera di Martin, tanto da rischiare una bella denuncia per plagio, è vero la Barriera fu ribattezzata Il Grande Vallo, una muraglia che tagliava longitudinalmente il continente separando Erondar, (la terra di mezzo di Tolkien, o se volete la Westeros di Martin) da Varliendar, la terra dei draghi Bonellide, detta anche Regno Oscuro, abitata da esseri misteriosi ed alieni, gli Algenti, gente strana tipo quella che riunisce mance Ryder, e sentite l'ultima, questo Grande Vallo è presidiato da uno speciale ordine di Cavalieri: Le Guardie Rosse, e sì perche I Guerrieri della Notte, per gli amici i Corvi Neri erano già stati presi.
Ma che ci crediate o meno, non sono qui per parlar male di questo nuovo fumetto, tutto questo, nel nuovo numero uno non compare affatto (per ora), e non credo comparirà, proprio per le inquietanti somiglianze con la fortunata saga dello scrittore statunitense.
Lasciamo perdere il passato,d'altronde vi sconsiglio ampiamente l'acquisto di questo mattone bonellide, non perchè sia brutto, io lo sto leggendo proprio in questi giorni, preso in prestito da un bonelliano fervente, ma perche costa -adesso- la spropositata cifra di 99.00€, ennesimo esempio di come in Italia, a parecchie persone il cervello scorreggi, letteralmente .
Quindi in sostanza Dragonero #01 come è?
Ma è carino, tutto sommato si lascia leggere tranquillamente, il punto forte sono i disegni di Giuseppe Matteoni, spettacolari, sempre puliti, chiari, con personaggi ben definiti, sia nei campi lunghi che nei piani.
Nelle prime pagine, si assiste ad un ipercinetico inseguimento per i tetti di Baijadan, degno persino dei primi minuti del Casino Royale di 007, con le sue scene di parkour.
Matteoni e la sceneggiatura di Enoch e Vietti sfruttano al meglio le misure delle tavole bonelliane, suddividendo le stesse, in una maniera mai monotona o ripetitiva, una scelta a vantaggio del ritmo della narrazione, che così è serrata fino all'ultima pagina.
La storia è per adesso interessante: Ian Aranill, fa parte di una famiglia di cacciatori di Draghi, lui è la sua spada, tagliatrice crudele, (che però come nome non batte, nè Lungo Artiglio e tantomeno Durlindana), hanno affrontato ed ucciso uno degli ultimi Draghi Senzienti al di là del Grande Vallo, e nel momento in cui leggiamo, è insiema alla sua compagnia: un Orco, Gmor, un' elfa, Sera,e la bella Tecnocrate Myrva, alle prese con una indagine su alcuni trafficanti di armi, che sembrano essere venuti in possesso di una temibile arma chiamata Fango Pirico, una soluzione altamente combustibile, che brucia persino in acqua, e se la cosa vi fa pensare all' Altofuoco, non è certo colpa mia.Con il quale lo stesso Ian ha già avuto a che fare in passato.
Comunque nel complesso Dragonero, è da tenere in considerazione, come esperimento fantasy direi che è più che riuscito, e 98 pagine sono un pò poche per giudicarlo senza riserve, certo personalmente non ho apprezzato le sfumature un tantinello steampunk, dell'ordine dei "Tecnocrati", una lincenza che ha introdotto nel fumetto alcuni oggetti o parole leggermente anacronistiche, è il caso della bella Xara, che usa occhiali schermati, binocoli, ed usa il termine "operai", parola che tecnicamente verrà usata solo millenni dopo a cavallo della rivoluzione industriale. Ma voi mi direte: "ma quella mica è la nostra Terra?"
"Nerd." vi risponderò io.
Ma direi che a parte quest'unico difetto, il primo numero di questa nuova testata Bonelli è tutt'altro che disprezzabile, la storia si interrompe, quindi suggerisce una narrazione continua, diversa da quella di Dylan Dog e co., con storie che trovavano epilogo al massimo in 2 uscite.
E gli autori hanno già annunciato un blog, l'immancabile pagina Facebook, ed addirittura un mappa del mondo su cui si muovono questi cavalieri de noantri, disponibile sull'appstore.
Senza spoilerarvi più di tanto e senza approfittare oltre delle vostre cellule cerebrali, chiudiamo con il dire che Dragonero tutto sommato è ben oltre la sufficienza, in buona sostanza, si è lasciato leggere tutto d' un fiato, e merita una seconda opportunità, gli scrittori Enoch-Vietti hanno dato modo di sapere impostare una trama intrigante, veloce, e per nulla noiosa, con dialoghi e sceneggiatura decisamente in topic con il genere scelto, graditissimi persino i flashback, che di fatto raccontano due avventure in una. Per non parlare dell'ottimo lavoro di Matteoni che spero resti sulla serie un bel pò.
Baci ai pupi.
DRAGONERO #01- Il sangue del Drago di Enoch-Vietti-Matteoni. Brossurato ed. Sergio Bonelli. 98 pag. B/N 3,30€
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