Varsavia, in Polonia, ha ospitato la scorsa settimana due importanti conferenze internazionali: l'International Coal & Climate Summit e la Warsaw Climate Change Conference.
Molti ambientalisti hanno duramente criticato, organizzando manifestazioni di protesta, che nello stesso luogo si tenessero una conferenza sul cambiamento climatico, organizzata dalle Nazioni Unite, e un summit sul carbone, considerato il più inquinante dei combustibili fossili e quindi considerato uno dei principali avversari.
Ma come ha rilevato il Ministro dell'Ambiente polacco, la contraddizione è solo apparente e gli obbiettivi dei due summit non sono così distanti come possono apparire. Mentre i tempi dei boicottaggi e dei rifiuti sono finiti, sembra arrivato il momento della collaborazione tra i due diversi gruppi antagonisti, uno rappresentato dagli ambientalisti e l'altro rappresentato dalle industrie.
Se da una parte è stato ricordato che i trattati internazionali hanno lo scopo di stabilizzare l'effetto serra, riducendo le concentrazioni di gas nell'atmosfera ad un livello tale da escludere pericolose interferenze antropogeniche con il sistema climatico, dall'altra parte è emerso che l'industria del carbone deve cambiare rapidamente per il bene di tutti. Infatti, se continueremo a cercare di soddisfare le nostre esigenze energetiche come nel passato, verranno superati gli obbiettivi concordati a livello internazionale per limitare il riscaldamento del pianeta a meno di 2 gradi centigradi.