(video di Wawa vecchia di otto giorni fa)
E' ovvio per chiunque mi incontri ed ormai e' diventata quasi una barzelletta quanto io sia innamorata di questo posto.
Quando mi si chiede perche', mi vengono in mente mille risposte e mi pare di non essere mai esauriente, di non riuscire mai davvero a comunicare cos'abbia di speciale questa citta'.
Oggi una mia cara amica e suo marito hanno ritirato le chiavi di casa nuova. Un'amicizia iniziata tra il mio tavolo di cucina nel paesello francosvizzero e la sua scrivania d'ufficio in un container di Pretoria. Ora abbiamo entrambe due creature, oggi scrivo da un tavolo in camera mia a Varsavia e lei da una scrivania all'Universita' di Trento.
Molti grandi sogni dopo e ancora tanti grandi sogni da realizzare, perche' lei e suo marito sono due che sognano in grande.
Anche i miei genitori lo sono. E infatti hanno costruito per me un mondo di opportunita' ben oltre il loro.
Il loro sognare in grande ha portato spesso contro di loro l'invidia o il sospetto, come se sognare in grande non fosse una scelta di libero arbitrio attuabile da chiunque ne abbia la volonta' o come se sognare in grande nascondesse doppi fini contro gli altri, anziche' un solo scopo: il miglioramento della propria vita e quella dei propri cari.
Vivere in un posto dove e' forte e chiaro che la maggioranza delle persone che incontro, ciascuna a modo suo, sogna in grande, mentre l'invidia e il sospetto sono roba per pochi sfigati, e' per me una dose giornaliera di endorfina mentale, un memento costante a fare altrettanto, a non scoraggiarmi mai perche' finche' c'e' liberta', davvero i sogni non hanno limiti, se non quelli autoimposti.
Varsavia e' ripartita da zero nel 1945. Settecento anni cancellati*. E' stata una partenza a scartamento ridotto, perche' mentre le foto del primo dopoguerra documentano un paese distrutto, che riceve gli aiuti dell'UNNRA e intraprende la sua ricostruzione, nel 1948 con un referendum truccato, l'orologio si ferma nuovamente. Dal 1989 si e' ricominciato davvero, veloce, veloce, piu'veloce possibile, per recuperare 40 anni di sogni troppo grandi che non sono mai stati sopiti, ma tenuti forzatamente chiusi in cassetti troppo piccoli.
Quando mi chiederanno di nuovo perche' mi piace tanto Varsavia, ho finalmente individuato l'essenza di questo luogo, la chiave della mia appartenenza alla citta': se vuoi sognare, se vuoi lavorare, ce la farai, perche' nessun sogno e' troppo grande per diventare realta', questa citta' ne e' la prova ogni giorno.
Auguri Meme e Darrin, tough people don't play it small
Cari Babbo e Mamma, mancano solo due giorni, a prestissimo
*(84% totale della citta', 94% degli edifici e monumenti di valore storico, 80% di tutte biblioteche pubbliche e private, il 90% degli abitanti perse tutte le proprieta' mobili ed immobili, il danno totale e'stimato 30 bilioni di dollari ma in realta' non si sa con precisione quanti beni artistici di proprieta' privata siano andati effettivamente distrutti)