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drive

Creato il 07 ottobre 2011 da Albertogallo

DRIVE (Usa 2011)

locandina drive

Storia toccante e avvincente di uno stuntman che di notte fa l’autista nelle rapine, della sua vicina con figlioletto a carico e del di lei marito appena uscito di galera, Drive è un film parecchio interessante, sebbene non completamente riuscito.

L’interesse principale di questa pellicola sta tutta nel (curioso) fatto che si tratta in fin dei conti di un b-movie diretto come se si trattasse di un film d’autore. Immaginate i lunghi silenzi del cinema asiatico più ricercato, la spietata coolness dei “giustizieri” americani degli anni Settanta, la desolante tristezza dei film nordeuropei, gli esibiti esercizi di stile e la violenza estrema di certi autori contemporanei, ecco immaginate tutto questo, frullatelo insieme e avrete Drive, diretto dal talentuoso e giovane danese Nicolas Winding Refn (quello di Bronson), premiato per questa regia nientemeno che al Festival di Cannes.

Si diceva però che non si tratta di un’opera completamente riuscita. Ecco, so che adesso farò la parte dello stupido mocciosetto che vuole vedere solo mazzate e inseguimenti, ma il fatto è che laddove questo film rallenta, laddove si butta sul romanticismo, laddove cerca di dipingere il quadretto di due solitudini che si trovano in questa Los Angeles inquietante (che sembra un po’ quella di Collateral, un po’ quella di Vivere e morire a L.A.) e cercano insieme di fuggire dallo squallore metropolitano e dalla criminalità eccetera eccetera eccetera, ecco in quei momenti, conditi da canzoni strappalacrime anni Ottanta (anche belle, per carità), Drive non mi ha convinto.

Così come mi ha convinto solo parzialmente il cast, a partire dal protagonista Ryan Gosling. Ok, non è un malvagio attore e non dico che non vorrei essere come lui, almeno un paio di giorni la settimana, ma – per dio! – tiratela un po’ di meno, stai facendo un film, non una sfilata di moda. Fa certe facce, a volte, così serie e belletenebrose, che sembra la parodia di Zoolander, che già a sua volta era una parodia. La vicina di casa, Carey Mulligan (Non lasciarmi), è di una noia insopportabile, e dev’essere una palla al piede pure nella vita di tutti i giorni. Convincenti, invece, Oscar Isaac (Agora), sebbene il suo personaggio si chiami Standard, e i cattivoni di contorno, tra i quali spicca il sempre bravo, orrendo, tomwaitsiano Ron Perlman.

Drive, insomma, è una pellicola interessante e imperfetta, un dramma action epico e un po’ sconclusionato la cui verità sta forse in questa frase, pronunciata da uno dei personaggi più laidi del film: “Producevo film, negli anni Ottanta… Roba sexy, violenta… I critici dicevano che erano ‘europei’. Ma per me era solo merda”.

Alberto Gallo



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