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Drive – la poesia nera di Nicolas Winding Refn

Creato il 29 settembre 2011 da Soloparolesparse

Esce domani in Italia Drive, il nuovo ottimo lavoro di Nicolas Winding Refn con cui l’autore danese torna senza dubbio ai livelli di Pusher.

Drive – la poesia nera di Nicolas Winding Refn

Lui fa il pilota, nel senso che guida macchine in ogni situazione, quello che capita. Stunt in qualche film, ma anche autista in piccole rapine.
Il sogno sarebbe fare il pilota vero, correre, ma per quello mancano i soldi.
La sua è una vita isolata, pochissima vita sociale, poi però conosce lei, che è la sua vicina di casa e vive sola con il figlioletto perchè il marito è in galera.
Forse se ne innamora, sicuramente vuole bene a lei e al bambino perchè quando il marito esce di galera diventano amici e gli da una mano per risolvere un vecchio debito.
Le cose però non vanno come previsto e finisce tutto in vacca…

Gli eroi di Refn hanno tutti lo stesso animo. Sono buoni ma incasinati, fanno di tutto per tirarsi fuori dai guai ma finiscono per aggrovigliarvisi dentro e andare sempre più a fondo.
La stessa cosa succede a Ryan Gosling, che nei guai va però a ficcarcisi per amore di una ragazza (o per salvare una famiglia, scegliete voi), si rovina per conto terzi.
Il personaggio è solitario, taciturno, abilissimo pilota, ha evidenti difficoltà a rapportarsi col mondo e vorrebbe solo vivere tranquillo… ma ovviamente non ci riesce.

A scombussolargli la vita ci pensa Carey Mulligan, anche lei senza fare altro che esistere.
E la nota di merito va ad entrambi gli attori, convincenti, sicuri, puliti nella loro recitazione.

Drive – la poesia nera di Nicolas Winding Refn

La sequenza iniziale di Drive è ottima. Un inseguimento stranamente pacato, lucido, sereno, una fuga diversa da quelle a cui siamo abituati ad assistere.
E gli inseguimenti in macchina sono evidentemente parte buona del film, anche quelli ad elevata velocità come tradizione vuole.

Ma Refn regala cose buone anche in altri momenti del film.
I ralenty e le carrellate sono precise scelte registiche utilizzate al momento opportuno e finalizzate alla narrazione… insomma funzionano alla grande!

A corredare il tutto ci sono le musiche di Angelo Badalamenti, come sempre riconoscibili oltre ogni dubbio (ricordate Twin Peaks?). Le musiche in realtà sono di Cliff Martinez, sebbene nei titoli sia indicato Badalamenti, stiamo cercando di  scoprire cosa è successo).

E poi il finale è nerissimo, un avvitarsi nei meandri più oscuri della città e dell’animo umano, una discesa inarrestabile, impossibile da fermare.
Non c’è salvezza, si va dritti all’inferno, fino ad arrivare ad un primo piano (che è quasi l’ultima inquadratura del film) che ci tiene in sospeso per almeno dieci secondi sulle sorti del protagonista (e nemmeno sotto tortura vi dirò qual è questa sorte!)


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